Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2003
Durata:55 min.
Etichetta:Earache
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. PRAISE THE NAME OF SATAN
  2. PRINCE OF THE NORTH
  3. LEVIATHAN
  4. ENRAPTURED BY EVIL
  5. CHORONZON
  6. VALLEY OF THE CRUCIFIED
  7. BATHYKOLPIAN AVATAR
  8. UPON CORIACIOUS WINGS
  9. SCAPEGOAT
  10. SON OF THE MORNING
  11. BECOMING THE ADVERSARY
  12. GODDESS FLESH

Line up

  • David Gray: drums
  • Jason Mendonca: guitars, vocals
  • Peter Theobalds: bass
  • Paul Scanlan: guitar

Voto medio utenti

Arrivano dall'Inghilterra gli Akercocke approdando con Choronzon al secondo disco (primo per la major Earache). La band viene presentata come la faccia acculturata e intelligente della scena estrema, grazie al loro look "elegante" (letteralmente in giacca e cravatta!) e all'approccio devoto alla natura Satanica. E' strano invece poter catalogare gli Akercocke così facilmente... se canzoni come "Praise the Name of Satan", "Scapegoat" o "Enraptured by Evil" fanno pensare subito ad una band black/death al 100%, canzoni come "Leviathan" o "Son of the Morning" con il loro incedere modernista e la voce pulita (simile a gruppi come Depeche Mode o al massimo ai Nevermore, per rimanere in ambito metal) fanno perdere l'orientamento...e per fortuna! Sono proprio questi episodi a fare degli Akercocke una band praticamente unica. Bellissime le tastiere e le parti di voce così particolari da tenere alto l'interesse soprattutto sulle parti melodiche ed articolate. Per quanto riguarda la parte black/death invece, si possono subito notare le influenze, catalizzandole in primis nel death/brutal floridiano (Deicide) per poi passare per le varie realtà black norvegesi, violente ma sofisticate, come i Borknagar (vedi "Valley of the Crucified") gli ultimi Satyricon o gruppi come i compagni d'etichetta Lunaris (band Norvegese con membri di Borknagar e Spiral Architecht), senza dimenticare in alcuni piccoli sprazzi (soprattutto per quanto rigaurda la voce) la musica dei conterranei Cradle of Filth (vedi la già citata "Scapegoat"). In generale un disco particolare, da ascoltare se apprezzate il black metal più particolare (tipico di Dodheimsgard o Lunaris per fare un esempio), ma da evitare se non sopportate il black/death mescolato a divagazioni, "elettro/melodiche". Per quanto mi riguarda, ritengo "Choronzon" un album discreto... forse nel songwriting ci vuole ancora un pò di esperienza e ispirazione anche se i ragazzi britannici dimostrano di avere già una base più che sufficiente.
Recensione a cura di Davide 'Damnagoras' Moras
i maestri dell' estremo sperimentale

un prelludio a words...

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