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RiotragE sono italianissimi e tanto per cambiare sono pure molto arrabbiati (per non usare un altro termine, incazzati). Questo loro
Ep 2010 consta di soltanto tre canzoni, e il dubbio emerge, come si fa a giudicare un gruppo con così pochi brani? La risposta è immediata: diventa facile quando si hanno tre pezzi di un certo livello. Prima però è il caso di fare una piccola premessa: al mondo esistono band derivate, esistono i gruppi clone e poi c'è una piccolissima percentuale di formazioni che pur essendo estremamente derivate a livello stilistico spaccano la schiena all'ascoltatore neanche fossero gli originali, e questo è proprio il caso dei RiotragE. Bastano i primi dieci secondi della prima canzone per rendersi conto di come i Fear Factory abbiano letteralmente devastato la vita di questi ragazzi, ovviamente in meglio. Ritmiche marziali, riff monolitici, arrangiamenti alieni di synth, qualche voce filtrata, un fiume in piena di potenza e irruenza... cosa vi ricorda? I Fear Factory, appunto. Ottimo anche il lavoro svolto dietro al mixer, i suoni sono decisamente professionali e sopra la media anche di altre pubblicazioni "ufficiali e professionali" che alla lunga non valgono assolutamente nulla. I RiotragE nel loro piccolo hanno esagerato e grazie a questo comportamento sapranno come farsi strada nel mondo underground, soprattutto dal vivo dove ho l'impressione che acquistino molti punti, del resto quello che suonano è un genere che dal vivo aizza la folla. Dovranno rendere la loro musica più personale e distinguibile, ma finchè il livello qualitativo resterà così alto passerà in secondo piano tutto il resto.
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