La carriera dei
DevilDriver è veramente notevole, soprattutto per la crescita artistica che negli anni gli ha permesso di pubblicare dischi sempre più solidi e cattivi, ispirati e dalla fortissima attitudine senza compromessi. Rimasi piacevolmente colpito dal loro precedente album, mi affascinò e riuscì a girare nel mio lettore per molti mesi, senza un accenno di noia, ed eccomi quindi estremamente incuriosito per questo nuovo
Beast, un titolo un programma. A dire il vero il contatto iniziale non è stato dei migliori e mi sto riferendo a una copertina non proprio eccezionale, ma in questo i DevilDriver non hanno mai eccelso in maniera particolare, ma è dopo aver premuto il tasto play che si scatena l'inferno sulla terra, e con una tripletta come Dead To Rights, Bring The Fight (To The Floor) e Hardened non poteva essere altrimenti. Il suono è imponente e rotondo, ricco di groove e tutto questo non fa che ampliare a dismisura le loro ritmiche e i loro riff di chitarra trascinanti, fra Death Metal, Metalcore, Thrash Metal, Groove Metal e chi più ne ha più ne metta, il tutto mischiato e miscelato con il tipico trademark di una band che proprio non ne vuole sapere di mollare la presa. Ottima anche la prestazione vocale di Farara, che riesce a passare da linee vocali sporche e aggressive ad altre più catchy e accessibili che ben accompagnano i ritornelli, altro elemento portante nella musica dei DevilDriver. Beast insieme al precedente Pray For Villains si pone all'apice della loro carriera e credo che ce ne accorgeremo presto dai dati di vendita, e soprattutto dalla presenza sui palchi di tutto il mondo, tanto per cambiare un'altra condizione dove il gruppo non teme rivali. In definitiva Beast è un album che racchiude e sintetizza tutti gli elementi fondamentali dei DevilDriver, spingendoli verso un sound compatto ed omogeneo.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?