Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:non disponibile
Etichetta:Pure Rock Records

Tracklist

  1. BOYS NIGHT OUT
  2. HIGHEST MOUNTAIN
  3. RESTLESS MINDS
  4. LOSE IT
  5. KEY TO MY HEART
  6. SECOND TIME AROUND
  7. RIGHT ON TIME
  8. STAND YOUR GROUND
  9. NINETEEN NINETY FOUR
  10. WE DON'T LIVE FOREVER

Line up

  • Frankie Rich: vocals
  • Jon Silver: guitars
  • Nic Lester: bass
  • Pat Kramer: guitars
  • Robban XIII: drums

Voto medio utenti

Direttamente dagli anni ’80, ecco piombare sul mercato questo Die For Diamonds, esordio discografico degli svedesi Billion Dollar Babies.

Cresciuti a pane, Kiss, Warrant e Motley Crue, i ragazzotti scandinavi ci regalano un disco carico di atmosfere eighties, a dimostrazione che da qualche anno a questa parte la “new wave” della musica a noi tanto cara si è trasferita con tutto l’arredamento in Svezia. Se è vero, infatti, che anche in passato gli esempi di ottime band svedesi non mancano, è altrettanto vero che ultimamente sto sentendo sempre più gruppi degni di estrema attenzione marchiati con croce gialla su sfondo blu.

Inutile parlarvi dei singoli pezzi, perché questo è un disco da gustare per intero, divertente e scanzonato ma anche suonato e prodotto come si deve. I suoni sono molto leggeri, spesso conditi da sezioni di fiati che, veri o finti che siano, aggiungono comunque un tocco retrò di una certa classe. Perché quindi un album che dalla descrizione fatta finora appare ottimo merita “solo” un 7,5? Il motivo è semplice e fin troppo banale. Essendo un debutto paga molto probabilmente l’inesperienza, che porta la band a rivolgersi sempre e solo agli stessi illustri esempi, senza mai cercare soluzioni più personali o sperimentare qualcosina di diverso. Così facendo, dopo qualche ascolto, l’album diventa ripetitivo e un po’ noioso, facendo in parte scemare l’entusiasmo iniziale.

Nonostante qualche pecca, resta un lavoro assolutamente da sentire per tutti gli amanti del glam e dell’hard rock melodico. Se dopo un buonissimo debutto come questo la band sarà in grado di evolversi come si conviene ai grandi, tra qualche anno avremo un nuovo gruppone in grado di competere ad alti livelli, anche perché i nomi storici del genere di dischi così non ne scrivono comunque da diverso tempo.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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