Tanti lati positivi e tanti lati negativi, combinati insieme, fanno uscire un voto comunque positivo per questo omonimo debutto discografico degli spagnoli
Spaceland Shadows, dediti a un progressive rock/metal estremamente caratterizzato dalla “pazzia”, dalla sperimentazione sonora e molto spesso dalla psichedelia.
All’interno dell’album i momenti di alto livello sono diversi, concentrati sia nelle parti in cui la band si lancia in furiose progressioni alla Spiral Architect, senza però (ovviamente, altrimenti il voto sarebbe stato ben altro) mai raggiungerne le vette di ispirazione e originalità, sia nei momenti lenti, caratterizzati da melodie cullanti e ipnotiche.
E allora, cosa davvero non va in questo disco?
Innanzitutto, la produzione è estremamente misera e manca di potenza, non riuscendo in alcun modo a valorizzare le sonorità della band. In secondo luogo, la voce risulta approssimativa e inadeguata. Infine, durante i soli spesso le pecche sui bending sono davvero clamorose.
Insomma, manca molto a questo album per raggiungere gli obiettivi che sicuramente un progetto ambizioso come quello degli Spaceland Shadows si è posto. Anche perché dopo qualche ascolto si fa davvero fatica ad avere voglia di risentirsi tutto il disco, destinato così a cadere ben presto nel cassetto riservato alle opere incomprese.
Ascolto riservato ai fan più intransigenti del prog, disposti a puntare su band nuove. Per qualcuno di voi, probabilmente questo disco varrà molti punti in più, ma io mi fermo a un sei, perché i lati negativi che ho riscontrato sono sinceramente troppo importanti per passare in secondo piano. Serve più coesione, più attenzione alla produzione e meno voglia di strafare quando non è il caso. Una band che ha bisogno di riordinare le idee e di maturare e che ha tutte le capacità per farlo. Per quanto mi riguarda, attendo con fiducia il prossimo album.
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