Prog metal dagli States, ecco cosa ci propongono gli
Images of Eden. Una band attiva già da più di un decennio, arrivata con questo “
Rebuilding the Ruins” alla terza fatica in studio. L’album è un concept di ben 73 minuti, in cui la band usa tutti i mezzi a disposizione per offrire un prodotto variegato, mai banale, musicalmente interessante. Accostabili al filone “morbido” del genere, mi fanno pensare a bands come Spock’s Beard, Saga, pur difettando della grande cifra compositiva delle formazioni succitate. Sì, perché Rebuilding the Ruins è un album che fatica a farsi piacere. Seppur godibili e ben suonati, gli undici brani non “decollano” veramente, neanche ad un ripetuto ascolto. Ed è un peccato, perché i quattro musicisti coinvolti nel progetto hanno talento musicale, cosa che si palesa nella commistione, frequentissima, di metal, prog rock, AOR, accenni power. Accade spesso, purtroppo, che la somma degli addendi non faccia il totale sperato; ciò non toglie che qui, di musica piacevole da ascoltare ce ne sia parecchia: bello il break centrale della lunga suite finale
“Sunlight of the Spirit part IV”, interessante l’accenno neo-prog in “
Human Angels”, o le suggestioni melodiche e stilose che potete trovare qui e là, sparse sulle varie tracce. Nella cifra stilistica della band, un grande apporto è dato dal tastierista Dean Harris, ma “Rebuilding the Ruins" rimane un album un po’ interlocutorio, né carne né pesce. Dategli un ascolto, potreste comunque trovare le giuste motivazioni per far vostro questo ciddì.
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