Copertina 8,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2011
Durata:40 min.
Etichetta:Kscope

Tracklist

  1. GLASS HOUSE
  2. GO TO HELL
  3. RISING OF THE TIDE
  4. WAVING
  5. FAR AWAY
  6. DISSOLVING WITH THE NIGHT
  7. BLOOD
  8. ON THE PLANE
  9. OXYGEN
  10. ZIGOTA
  11. DNA

Line up

  • Steven Wilson: vocals, guitars, keyboards
  • Aviv Geffen: vocals, guitars, keyboards
  • Eran Mitelman: piano, keyboards
  • Seffy Efrat: bass
  • Tomer Z: drums

Voto medio utenti

I Blackfield sono una delle tante incarnazioni di Steven Wilson (ben noto per i suoi Porcupine Tree) in collaborazione con l'israeliano Aviv Geffen. Giunta ormai al fatidico terzo album, la band si è definitivamente scrollata di dosso l'etichetta di semplice side-project e per l'occasione ha anche abbandonato la progressione numerica usata a mò di titolo dell'album, optando per una frase piuttosto enigmatica: Welcome to my DNA.

Pur basandosi su sonorità intrinsecamente semplici ma molto curate, strutture lineari e brani di breve durata, il gruppo non tradisce quelli che sono i gusti personali dei suoi compositori e, soprattutto in questo nuovo lavoro, lascia trasparire liberamente influenze che richiamano i grandi del prog rock (Genesis e Pink Floyd su tutti), oltre a strizzare l'occhio alla produzione più "classica" dei Porcupine Tree.

Welcome to my DNA è più che mai il frutto compositivo di Aviv Geffen, musicista pressocchè sconosciuto da noi, ma molto noto in patria; la sua impronta però non è andata a snaturare l'identità dei Blackfield, anzi, l'ha arricchita di inserti orchestrali autentici e di un estemporaneo sapore medio-orientale nella particolarissima "Blood".

Il mood dell'album, cullato dall'azzeccato alternarsi alla voce di Wilson e Geffen, si dipana attraverso note pacate ed avvolgenti, ritmiche cadenzate ed atmosfere intime e soffuse. Prestando un minimo di attenzione ai testi, si coglieranno argomenti perlopiù personali, espressi ora con malinconia, ora con rabbia e un accenno di volgarità (emblematica è "Go to Hell", composizione eccellente "sfregiata" da un testo minimale e lapidario).

I Blackfield superano brillantemente questa ennesima prova discografica, dunque non ci resta che aspettare di rivederli in sede live per... scoprire il loro DNA!
Recensione a cura di Stefania Renzetti

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