Non esiste, molto probabilmente, genere più conservatore dell'AOR in questo preciso momento storico. Sento già, in lontananza, il coro unanime degli aficionados del settore, un "chissenefrega" tonante che mette la parola fine su futili disquisizioni circa eventuali evoluzioni stilistiche, tanto improbabili quanto sgradite. Da questo punto di vista, la bellissima
Robin Beck è sinonimo di "immobilismo" garantito, una caratteristica che contraddistingue anche questa sua nuova fatica, dal titolo "The Great Escape". La graffiante voce di Robin plana infatti su un tessuto sonoro fatto di sinuosi arrangiamenti , melodie mozzafiato, e solari refrain ad ampio respiro. Niente di nuovo sotto il sole? Appunto. Ma in questi casi è la qualità delle composizioni a fare la differenza, e "The Great Escape" si pone un gradino abbondante sopra le ultime due/tre uscite della spettacolare vocalist americana. Quasi tutti i pezzi arrecano la firma Beck/Denander/Christian (nel senso di James, marito di Robin e leader degli House Of Lords), con l'ovvia conseguenza che il risultato non può che essere eccellente sotto tutti i punti di vista. Per gli amanti della Heart anni '80 (l'omonimo bestseller e l'altrettanto celebrato "Bad Animals"), delle “laccatissime” Vixen, e della Lita Ford da MTV, canzoni come la frizzante opener “The One”, la sensuale “Got Me Feeling Sexy” e la rtimata “Everything Is Alright” sono passaggi pressochè obbligati per questo primissimo scorcio d’annata. Da segnalare il duetto con Joe Lynn Turner in “That All Depends”, altro highlight di un album praticamente inattaccabile. Robin, we love you!
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