La recente serie positiva di album finiti nel mio lettore (per dovere e piacere) in campo Power Metal si interrompe bruscamente con il debutto dei Seventh One. Certo, averli ascoltati in contemporanea agli ultimi album degli Hammerfall e dei Freternia non ha facilitato loro le cose. Altrettanto certo è che la Massacre con questo gruppo svedese (anche se il vocalist è norvegese), non ha fatto sicuramente il colpaccio che magari si aspettava. Infatti, la label tedesca si è sbilanciata nel descrivere i Seventh One come il più interessante debutto mai giunto dalla Svezia dopo quello degli Hammerfall. Questo potrà sicuramente aumentare le aspettative, purtroppo l'ascolto di "Sacrifice" non mantiene poi fede agli impegni. Inizialmente l'energia sembra scorrere vigorosa lungo le tracce del disco, strapompata dalla produzione di Lars Ratz (Metalium), ma sotto manca la sostanza, il saper creare brani coinvolgenti e non banali. Dopo pochi brani anche l'impatto perde completamente di efficacia e tutto finisce con un gruppo che svolge il proprio compitino. Lungo l'album incappiamo volentieri nel power teutonico, diciamo Iron Savior (come su "Eternal Life in Lies") e soprattutto Metalium, mentre per il resto si pesca a piene mani dalla scena svedese. Uno degli altri limiti dell'album è rappresentato dalla voce di Rino Fredh, che non sembra particolarmente dotato e nemmeno troppo ispirato, come è evidente non solo sulla lenta "Remembrance", ma anche sui ritmi più serrati dell'up tempo "Eternally". Tra le cose meglio riuscite, si segnalano invece "Seventh Eye" e "Shadow of Your Soul" che, sebbene partano entrambe sottotono, mostrano poi qualche spunto positivo in più rispetto agli altri brani. Nulla di cui entusiasmarsi sia chiaro: questo "Sacrifice" è una freccia in più nella faretra dei detrattori del Power Metal.
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