Nel corso di una lunga e variegata discografia gli
In Extremo si sono sempre mostrati particolarmente appetibili per il palato musicale dei propri connazionali, che spesso e volentieri smentiscono la propria fama di
"true defenders of de faith, ja...." scoprendosi a favore di proposte meno canoniche e conservatrici.
Gli In Extremo confermano quella tendenza che li vede accantonare la propensione per l'elettro-dark e loop, e, infatti, "Sterneneisen" garantisce un ruolo importante alla componente Folk, anche se i primi passi come
medieval band sono ormai lontani e le influenze Rock sono ben radicate, tuttavia gran parte dell'album propende ad un feeling intimista e malinconico, con canzoni che non sembrano certo prediligere l'impatto.
Già l'opener, dopo un
classico avvio sulle note delle cornamuse e nonostante qualche sussulto energico non mostra certo la brillantezza dei loro momenti migliori, e "Viva La Vida", che inizia con quell'andi un po' trasandato alla Tom Waits, prende poi un passo svelto e deciso, per quanto ammorbidito nel refrain, ma diversi brani scorrono via in maniera anonima e prolissa ("Stalker", "Zauberspruch No. VII"...) ed addirittura, con "Hol die Sterne", insulsa. Si recupera, in parte con la vivace titletrack, con "Gold" od una "Auge um Auge" che alterna momenti pacati a scatti di rabbia (quando nel drumming pare di captare un accenno a "One", dei Metallica), ma quello che manca a "Sterneneisen" è un sound davvero trascinante e coinvolgente, dato che nessuno dei brani ha l'efficacia o il tiro di una "Ai Vis Lo Lop".
Anche se sanno sempre fare della buona musica, gli In Extremo sembrano aver perso lo smalto dei tempi migliori... o forse hanno semplicemente preferito prendere altre strade, tuttavia continuo a rimpiangere quelli del rumoroso e grezzo, ma a mio parere molto più genuino, "Weckt Die Toten!".
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?