Riesco dal Canada e sempre attraverso la Earache Records, i
Cauldron, altra formazione, per la verità uno
striminzito power-trio, contaminata dal morbo della
Revival Wave of Heavy Metal.
Al di là dei propri natali, le influenze dei Cauldron affondano nell'humus europeo, con brani semplici e diretti che si districano a metà tra la N.W.O.B.H.M. e l'Hard Rock, e bisogna subito riconoscere che la voce di Jason Decay si adatta più che discretamente alle varie soluzioni intraprese.
Scorrendo "Burning Fortune", davanti a pezzi come l'ammiccante "Miss You to Death" mi sono tornati in mente i danesi, e misconosciuti, Witch Cross e talvolta, anche per il guitarwork nervoso di Ian Chains, gli inglesi, solo poco più noti (ma la loro "White Steel" resta un gioiellino) Chateaux, anche se poi per la scelta della cover (sarà mica un obbligo contrattuale: sull'esordio ripresero i Black’N’Blue con "Chains Around Heaven") optano per quella "I Confess" degli statunitensi Halloween, che si rivela anche come uno dei momenti migliori dell'album.
Tra le cose più apprezzabili si segnalano pure le vivaci "All or Nothing" e "Frozen in Fire", o il più ragionato e strutturato mid-tempo "Queen of Fire", anche se poi i Cauldron toppano con un paio di pezzi come "Rapid City/Unchained Assault", pulsante ma dal finale rovinato da uno sgraziato guitar solo, e la potente ma altrettanto inconcludente "Breaking Through".
Per quanto siano più divertenti e concreti di altri gruppi che si muovono su coordinate (e con ambizioni) simili, gli si fanno largamente preferire gli Enforcer e sopratutto gli Züül.
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