Come si fa a pogare ad un concerto dei
Between the Buried and Me?
Domanda difficile, visto che la band a stelle e strisce non riesce a mantenere un tempo per più di tre secondi! È da questa premessa
di spessore che parte la recensione di
“The Parallax: Hypersleep Dialogues”, primo EP dei BTBAM, ma settima uscita discografica.
First of all, la spiegazione: la band ha dichiarato di voler rilasciare un EP per vari motivi, il primo dei quali è quello di un lavoro concettuale che si svilupperà su due albums (di cui questo è, ovviamente, la prima parte); il secondo, più prosaico, è il voler restare “sul mercato” senza far passare troppo tempo tra una release e l’altra, avendo tra l’altro anche nuovo materiale da proporre live. Aggiungete a tutto ciò il nuovo contratto con Metal Blade, ed il gioco è fatto.
Solo tre pezzi per questo EP, ma raggiungiamo tranquillamente la mezz’ora di musica. Tre barani dalla (non)struttura sostanzialmente identica, in cui Tommy Rogers e soci si divertono a fare il bello e il cattivo tempo, basando il tutto su un metal di matrice death che, come al solito, presenta una miriade inimmaginabile di contaminazioni, suggestioni, innesti musicali dal prog metal alla mazurka, con tutto quello che ci sta in mezzo. Il buono ed il bello di questo EP, almeno per i fans dei Between the Buried and Me, è che conferma appieno il discorso sonoro sin qui intrapreso, confermando l’ottimo stato di forma di una band decisamente innovativa ed interessante, assurta al grande pubblico grazie a Mike Portnoy, che li volle con sé nel tour denominato “Progressive Nation”.
Cosa ci resta da aggiungere? Ah, sì: ho scoperto come si può pogare ad un concerto dei Between the Buried and Me: sbronzi duri.
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