Album d’esordio autoprodotto per
Red Sky, nome dietro al quale si nasconde unicamente il frontman dei milanesi Ammonal, formazione di genere death metal alternativo.
Questo progetto è di tipo completamente diverso dal genere citato. Si tratta infatti di rock strumentale sereno, quieto ed elegante, racchiuso in atmosfere romantiche e malinconiche. Brani ariosi e briosi, dove le architetture chitarristiche costituiscono la linea principale. Una buona produzione esalta il timbro cristallino dei suoni, mentre il tono generale è sempre molto controllato, anche quando la programmazione ritmica rinforza ed accelera i propri battiti.
L’ispirazione del lavoro riguarda la poetica bellezza delle albe e dei tramonti, visti come naturale rappresentazione dell’eterno ciclo di nascita e morte. Questo ed altri concetti di cui si alimenta Red Sky, non avendo testi nei quali esprimersi, vengono riflessi dall’impostazione a tratti terrena o altrimenti triste e crepuscolare dei sostanziosi episodi.
Insomma un’opera interessante, forse un po’ troppo intimista per un pubblico abituato a prodotti più epidermici.
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