“Fuck black vomit porn rock’n’roll”, in tale maniera viene definito lo stile dei romani
Vesper, nella presentazione del loro album d’esordio.
Disco che pare un riassunto degli albori del metal estremo. Condensato di Venom, Hellhammer, Messiah, Virus e compagnia, ma anche citazioni di Motorhead, dello speed’n’thrash più grezzo e di tutto quello che ha segnato indelebilmente i primi ’80. I brani del trio capitolino possiedono l’armamentario sonoro completo che abbiamo sentito riproporre in tutte le salse dai tempi dell’ultraseminale “Black metal”. Riff schizzati alla Mantas, batteria a martello, cambi di ritmo a volontà, l’indispensabile voce malata, i testi porno-blasfemo-satanici talmente eccessivi da diventare quasi una parodia infernale.
Tutto ciò i Vesper lo cucinano bene, tanto da poter essere scambiati per una misconosciuta “black” band contemporanea dei nomi citati. Certo se vi aspettate anche solo un barlume di novità, siete cascati male. In questo caso non c’è alcun desiderio di mascherare la clonazione effettuata, anzi il fatto di suonare esattamente come le formazioni ispiratrici è visto come una nota di merito. In effetti l’attitudine è genuina, così la cattiveria rozza ed ignorante e il marciume che trasuda in ogni passaggio, mentre le tracce sono ben delineate con una loro personalità e non ci si annoia affatto.
Questo lavoro è un buon esempio della prima fase del filone, quando le tastiere, gli arrangiamenti orchestrali, le voci femminili e le melodie, erano ancora molto lontane. Qui c’è l’heavy metal distorto e selvaggio, una vena rock inasprita e brutale, l’invito continuativo all’headbanging sfrenato, quindi qualcosa di adrenalinico e divertente.
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