I francesi Korum sono una band che, nel giro di poco più di un anno, ha dato alle stampe già ben due dischi. Il secondo dei due è l'oggetto di quest’analisi la quale, mettiamo subito in chiaro, non può prescindere dal rimarcare la sorpresa per l'effettiva bravura dei 4 parigini, sorpresa ancor più enfatizzata dal fatto che i nostri sono d'oltralpe, terra quanto mai avara di belle realtà in campo metal. Il death metal suonato dalla band è tecnico, quanto basta, talvolta fantasioso e molto ben variegato da altri elementi quali sfuriate hardcore, momenti più affini alla fusion, patterns ritmici tipici di certo modo d'intendere il thrash chiaramente di scuola americana. Certo, a questo disco non manca la brutalità e, se mi è possibile dare un merito ulteriore alla band, c'è da rimarcare che il platter non è troppo "tecnico" e non si perde in onanismi autocelebrativi ma sa creare situazioni d’impatto, come su "Soars", o essere più atmosferico, come su "Ex Post Facto". Nel complesso il risultato è discreto e va dato atto alla band di non aver voluto strafare a livello esecutivo (Ma il batterista Boban ci sa fare, con un nome così poi non poteva non essere un fuoriclasse...), pur ogni tanto dando l'impressione che l'intento compositivo non corrisponda al risultato pratico, come in "Damage", song che risulta prolissa e a tratti monotona, tenuta in piedi solo dall'ottima prova vocale dei due singer. Ma sono peccatucci che si possono perdonare e che sono sicuro saranno messi a frutto in un futuro prossimo. Se v'interessa ascoltare del techno-death di buona fattura e volete uscire dai soliti giri, questo disco potrebbe essere per voi una piacevole sorpresa.
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