È forse merito di Alessio Lucatti, tastierista dei Vision Divine, di aver pescato nel sottobosco toscano i
4th Dimension, power/symphonic metal band nostrana di belle speranze. E così, il buon Alessio ha prodotto il debut album “
The White Path to Rebirth”, che conserva intatti gli stilemi del genere: strutture power, inserti tasieristici ed orchestrali, la bella voce di Andrea Bicego, che mi ricorda l’Andre Matos più giovane ed acerbo, e, per ingolosire la fan-base, una bella ospitata di Fabio “Rhapsody of Kamelot” Lione, nella song “
A New Dimension”.
L’album suona fresco, seppur evidentemente frenato dalla giovane età del combo, ma le premesse ci sarebbero tutte per una carriera di tutto rispetto; brani come “
Consigned to the Wind”, la morbida e romantica “
Goldeneyes”, la pomposa e magniloquente
“Labyrinth of Glass”… Insomma, in questo debut c’è molta carne al fuoco, e la cura che la band ripone nel confezionare il prodotto, dai suoni al bellissimo artwork, ne è la prova lampante.
Non nascondo che molte delle soluzioni adottate in questo album siano un filo scontate, ma è il minimo in un debut di una band che, con il passare del tempo, deve affrancarsi dal tributo ai gruppi che l’hanno forgiata, in primis Rhapsody, Stratovarius (vedi monicker!), ed Angra.
Insomma, un album di debutto che fa ben sperare, per una band che, potenzialmente, ha tutto ciò che occorre per riuscire nel grande salto. In bocca al lupo!
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