Copertina 9

Info

Anno di uscita:2011
Durata:58 min.
Etichetta:Magna Carta

Tracklist

  1. TERRIFIED
  2. ON TOP OF THE WORLD
  3. PHARAOHS OF LIES
  4. I'LL FIND THE TRUTH
  5. IN THE HEAVENS
  6. THE EPIPHANY (OPUS BENEDICTUS INTERLUDE)
  7. I WILL FLY
  8. FORSAKEN (REQUIEM OF THE FORSAKEN)
  9. ANGELS OF WAR
  10. NEVER FORGOTTEN

Line up

  • James Williams: guitar, bass, keys, backing vocals
  • Brian Dixon: lead and backing vocals
  • David Crocker: lead and backing vocals
  • Corbett Tucker: drums
  • Jesse Gallegos: bass
  • Matthew Bowers: keyboard

Voto medio utenti

BOOM!
BOOM!

Di solito, quando si è particolarmente fortunati o particolarmente talentuosi, si tende a fare un esordio col botto. Beh, in tutta onestà mi sento di dire che questi X Opus di botti ne hanno fatti due, uno sarebbe a dir poco limitativo. Si perché “The Epiphany”, primo lavoro in assoluto degli statunitensi è uno di quegli album da doppia libidine coi fiocchi, album che ti fanno rimanere attaccato allo stereo per tutti i 58 minuti che lo compongono, con la voglia di premere di nuovo Play appena terminato e ripeterne l’ascolto ad oltranza, fino a che l'assuefazione non prende il sopravvento.

Gli X Opus sono un progetto del polistrumentista James Williams, che di “The Epiphany” ha suonato o programmato praticamente ogni cosa, ad esclusione delle linee vocali. I componenti della band infatti sono stati “aggregati” in corso d’opera e comporranno il nucleo del futuro, a partire dai live di quest'estate. La prestazione dei due vocalist invece è reale, ed è quanto di più incredibile ci si possa aspettare da un gruppo nuovo: Dixon e Crocker sembrano nomi usciti da Holly e Benji, in realtà si alternano con innegabile leggiadria dietro il microfono, sciorinando prestazioni incredibili in quasi ogni pezzo dell’album, ricordando a tratti i migliori interpreti della professione, da James LaBrie a Geoff Tate passando per Russel Allen e gli acuti di Rob Halford. Ed è proprio dai conterranei Symphony X che gli X Opus prendono in prestito, oltre che la X, la maggior parte del loro bagaglio artistico, ricordandoli in più frangenti, soprattutto grazie alla tecnica chitarristica del già citato mastermind James Williams, riconducibile inconfutabilmente al metal neoclassico tanto caro a Malmsteen, caratteristica che lo accomuna proprio al panciuto Michael Romeo.
Il primo impatto con “The Epiphany” è comunque spiazzante: inserisco il cd, ascolto distrattamente le prime note e penso di aver inserito per sbaglio “Black Clouds and Silver Linings” dei Dream Theater. L’incipit di “Terrified” è infatti incredibilmente simile a “A Nightmare to Remember”, sfiorando quasi il plagio, salvo poi virare verso un power/prog molto più marcato.
Con la successiva “On Top of the World” abbiamo a che fare forse con il pezzo più riuscito dell’album, abbandonando del tutto il prog per sfociare in un power fresco, arioso, con ancora una volta una prestazione maiuscola di Dixon e Crocker. Seguono “Pharaohs of Lies” e “I’ll Find the Truth”, altra perla del disco, che riprende dove la seconda traccia aveva chiuso, con grande velocità e linee vocali da urlo, il tutto accompagnato dalla solita efficacia a livello strumentale, con la chitarra di Williams in testa.
In the Heavens” è invece l’unica nota stonata dell’intero album, canzone lenta e onestamente senza troppa verve, trascurabilissima e noiosetta, se non fosse per la parte finale di chitarra che ne risolleva leggermente le sorti. Il livello torna immediatamente alto e altissimo, rispettivamente con “I Will Fly” e soprattutto “Forsaken”, 11 minuti di prog davvero di alta scuola, possiamo ormai dire in pieno stile X Opus. A chiudere la strumentale “Never Forgotten”, posta quasi a mo di firma da parte di Williams, che in 7 minuti ci ricorda tutto il suo immenso valore di polistrumentista, semmai ce ne fossimo dimenticati lungo il corso di questa ora di grande musica.

Insomma, penso si sia capito anche solo da uno sguardo disattento al voto in calce che reputo “The Epiphany” un disco sensazionale, macchiato solamente da una canzone non proprio all’altezza e da un artwork decisamente brutto. Ma sono solo piccoli difetti all’interno di un quadro generale di eccellenza: rifiutereste Jessica Alba solo per una rughetta?

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 01 dic 2011 alle 23:41

discone???? 9???? ma sarà lo stesso disco che ho comprato io? Mah... produzione penosa (avete presente una batteria fatta con le scatolette della simmenthal e chitarra con la potenza di un criceto raffreddato...) un cantante al limite della stonatura e con una voce inadeguata al genere (il criceto raffreddato ritorna) e per finire canzoni scoppiazzate dal punto di vista musicale ma con linee melodiche del cantato inesistenti! E riuscite a criticare i Dream Theater dopo aver scritto pareri così generosi. In confronto anche Lulu sembra un buon disco (e ho detto tutto!!!)

Inserito il 11 giu 2011 alle 11:18

Finalmente ascoltato.... discone!

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