Oltre un anno fa, cinque giovani musicisti norvegesi facevano il loro debutto nel mondo del metal con l’album “
Ripples”. Quella band si chiamava
Aspera, ed aveva avuto il privilegio di avere un debut album pubblicato nientemeno che da InsideOut. Mentre tutto cominciava a muoversi per il verso giusto, ed i media di tutto il mondo si accorgevano degli
Aspera, tutto si ferma improvvisamente. Il motivo? La band deve cambiare nome, per ragioni di copyright. Una sorta di incubo per una band al debutto, visto che cambiare il monicker potrebbe sembrare una fesseria, ma, di sicuro, perdi riconoscibilità, e tutti i contatti vanno riconfermati, stabilizzati, riavviati.
Morale della favola: gli Aspera cambiano solo il nome, diventando i qui presenti
Above Symmetry, e la InsideOut, che tanto aveva creduto in quel debut album, decide di ristamparlo, con nuova copertina e nuovo monicker, includendo anche, giusto per giustificare la manovra, tre bonus tracks ed un video clip. Lo stesso
Jens Bogren (Opeth, Paradise Lost, Symphony X, ecc.), che ha mixato e masterizzato il disco, ne parla con toni entusiasti, definendolo il miglior album progressive metal che ascolta dal 19892!
Ok, ho finito con la storia? Posso passare al concreto?
“
Ripples” è un album di progressive metal, nel senso più puro del termine. Dategli, se volete, una valenza moderna, per cui scomoderei, come termini di paragone, nomi come i Pagan’s Mind, gli Empty Tremor, gli Enchant. Alle loro spalle, ovviamente, i numi tutelari sono i Dream Theater, i Fates Warning forse, per lo stile vocale di Atle Petterson, ed una spruzzatina di Pain of Salvation, che mai guasta.
Sapete, dunque, cosa aspettarvi, ed infatti “Ripples” le sorprese le presenta, in positivo, ‘solo’ nella stesura dei brani: il tecnicismo qui è piegato al servizio della forma-canzone, così che i brani risultino molto accessibili, seppur densi di virtuosismi. Un sound keyboard-oriented, seppur sostenuto da una robusta dose di chitarre, ed il gioco è fatto.
Difficile citarvi questo o quel brano, per un paio di motivi: primo (e positivo), la qualità media dei pezzi di quest’album è decisamente alta, e non ci sono evidenti cali di tensione; secondo (e negativo), i brani hanno la malaugurata tendenza ad assomigliarsi un po’, non tanto nell’effettivo dipanarsi musicale, quanto nella struttura riff di tastiera-ritmica incazzosa-strofa-ritornello strano-solos-recall-manciata di acuti in chiusura-finalone. Se però portiamo a parziale attenuante il fatto che i membri degli Above Symmetry hanno vent’anni l’uno, mi pare che l’equazione trovi una soluzione più che accettabile.
Primo album dunque da ascoltare con piacere, soprattutto per gli amanti delle bands summenzionate. Gli Above Symmetry potrebbero avere un futuro roseo, se sapranno perfezionare e personalizzare un genere musicale che, come tutti gli appassionati di prog-metal sanno, è un’arma a doppio taglio, a cavallo tra la tecnica individuale e la pura espressione artistica.