Debutto notevole per i
Giants on Jupiter, band dal suono fortemente sperimentale e sfuggente. Il disco è un concept che si articola in quattro tracimanti episodi, dallo sviluppo tormentato. Difficile descrivere la proposta, anche perché i capitoli suggeriscono atmosfere del tutto differenti.
Come base c’è una sorta di sludge/doom ostico e angosciante, sul quale si innestano violente scariche noise, pesanti momenti heavy, voci distorte, echi, riverberi, fissità drone, allucinazioni psichedeliche, ed altre stravaganze come l’incipit raga in “Dance of the giant”. L’ovvia conseguenza è un vortice sonoro destrutturato, ingolfato, soffocante, capace di generare la sensazione di essere coinvolti nella lotta tra immani entità superiori nel giorno dell’Armageddon. Creare immagini e situazioni con la mente è probabilmente il modo migliore per immergersi in lavori di questo tipo. Ed è una certezza che i GoJ abbiano plasmato un album carico di stimolazioni cerebrali e grande appeal allucinatorio.
E’ curioso che quasi contemporaneamente siano venute alla ribalta tre formazioni dall’impostazione simile ed inconsueta: sludge-drone sperimentale ed emozionale. Mi riferisco ovviamente alle opere di Bong e I the Witch, da me recensite poco tempo fa, ed alla presente targata Giants on Jupiter. Questi ultimi, rispetto ai colleghi, vantano una miscela ancor più composita e forse una creatività più morbosa. Ancora una volta siamo di fronte ad un disco per soli specialisti, che ne apprezzeranno la diversità e l’atmosfera fuori dagli schemi.
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