Archeologia storica della Monster Records che và a ripescare l’unico e lontanissimo album dei Survivor, quartetto della Louisiana, che lo aveva pubblicato in pochissime copie autoprodotte nel 1979.
Assolutamente da non confondere con i molto più famosi Survivor di Jim Peterik (quelli di “Eye of the tiger”), agirono per alcuni anni nel circuito dei clubs del Southwest sia come cover-band sia con l’intento di proporre il loro materiale e di sfruttare la scia ancora vitale del movimento hard seventies. Purtroppo la fortuna non fu dalla loro parte, e proprio all’indomani della realizzazione di questo lavoro il gruppo decise di sciogliersi per mai più riformarsi.
Adesso “All your pretty moves” viene riproposto in cd con la sola aggiunta di un brano inedito (“Delicate adversary”) e sinceramente c’è da chiedersi a chi possa interessare. Probabilmente ai completisti-collezionisti hard rock, i quali potrebbero provare piacere a riesumare una formazione praticamente sconosciuta e dimenticata, che comunque presentava un livello qualitativo assai dignitoso.
A parte una certa debolezza nelle parti vocali per i canoni dell’epoca, l’album dei Survivor è un buon prodotto di classico hard settantiano influenzato massicciamente da Thin Lizzy e Blue Oyster Cult. Una discreta vena melodica e buone digressioni strumentali, grazie ai duelli chitarristici della coppia O’Hara/Restovich, sono i principali punti di forza del disco che senza brillare per originalità scorre in maniera godibile.
I migliori momenti nelle canzoni più dilatate, lo slow “Deceive me” e la rocciosa “Rock’n’roll queen”, che esibiscono delle furiose code solistiche di tutto rispetto, ma anche la delicata “Back to the homeland” e la solida “The new order” sono episodi che non sfigurano in quel contesto temporale.
Effettivamente il tempo pare dare rivincita ai Survivor, visto che il loro debutto non mi sembra inferiore a parecchie cose della stessa epoca, ma non è un segreto che il successo non deriva solo dalla validità della musica proposta.
In ogni caso, con tutta la simpatia per i quattro della Louisiana, in un momento così inflazionato di uscite questa ristampa non può che essere oggetto di curiosità per collezionisti, ed in senso generale non và al di là della sufficienza.
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