Come il loro nome fa intuire, gli
Stoned Machine sono un gruppo stoner. Ma non qualcosa di ibrido, modificato o alternativo, bensì la formula più classica in assoluto: quella ispirata ai monumentali Kyuss.
L’elenco delle formazioni che hanno seguito lo stesso copione, è praticamente infinito. Dunque è giusto che ci provi anche il quartetto di Ravenna, gente esperta che ha già militato in diverse bands della penisola.
Ovvio che la proposta appaia derivativa, ma stesura ed esecuzione dei brani sono pienamente nella media del settore. Ascoltando canzoni come “Intoxication”,”Bed of sin” e “Out of my way” si percepisce quel groove polveroso e disilluso che da tempo identifica questo sottogenere. Ogni riff, assolo, linea vocale, atmosfera, ci parla della passione di questi ragazzi per lo stoner “classico”, così come si era notato con Dozer, Demon Cleaner, Sparzanza, Zebulon, ecc. Qualsiasi filone rock/metal ha avuto i suoi pionieri, qualche innovatore ed una grande massa di esecutori, alcuni ottimi altri meno.
E’ chiaro che album come questo non sono indispensabili, siccome ricalcano con precisione tutti gli schemi caratteristici del genere. Però, se volete soltanto ascoltare del buon stoner kyussiano, gli Stoned Machine fanno al caso vostro.
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