Heavy metal classico in puro stile “
Maiden della prima ora” quello proposto dai portoghesi
Attick Demons, giunti al debutto discografico dopo alcuni EP e diverse apparizioni live, soprattutto a livello locale.
Un album che presenta alcuni pregi ma anche diversi limiti evidenti. I riff sono trascinanti e il lavoro chitarristico è notevole, ma le soluzioni proposte sono assolutamente inflazionate e, francamente, messe lì senza nemmeno provare a inserire qualcosa di personale risultano davvero inutili (ascoltatevi
City Of Golden Gates per farvi un’idea). La voce è adatta al genere, con una buona estensione, ma il tentativo di emulazione del caro Bruce Dickinson è palese e perfino irritante in diversi frangenti. La prestazione della sezione ritmica non è sempre impeccabile, soprattutto quando la band si cimenta in stacchi dalla particolare difficoltà, in cui emergono incertezze non proprio gradevoli. Infine, una produzione sicuramente non cristallina di certo non aiuta il tutto a risultare particolarmente efficace.
Un disco trascurabile, che di certo già avete nascosto nella vostra collezione e anche suonato meglio. Una band che deve a mio parere sedersi di fronte a una buona birra e parlare del futuro: è necessario quantomeno risolvere i problemi di emulazione, troppo evidenti. Poi, se l’intenzione è quella di proporre un certo tipo di musica, Enforcer e Wolf (giusto per fare un esempio) hanno indicato una strada ampiamente percorribile, ma il lavoro da fare è ancora davvero tanto.
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