“Soulhunter” è il nuovo disco dei Voice: la formazione nata nella seconda metà degli anni novanta per volontà del singer Oliver Glas giunge così al quarto disco della sua breve carriera, iniziata nel 1998 con “Prediction”. In questi cinque anni le coordinate musicali dei Voice non sono cambiate di una virgola: un Power Metal di scuola tedesca non particolarmente originale, ma comunque accattivante e sempre piacevole, in cui ogni canzone porta la firma del chitarrista Thommy Neuhierl. Le influenze più evidenti nel songwriting dei Voice sono ovviamente da ricercarsi nei maestri del genere: Helloween, Gamma Ray e Iron Savior. In particolar modo la timbrica tagliente di Glas assomiglia molto a quella di Piet Sielck, risultando però più potente sulle note basse che su quelle alte. E così, tra riff melodici, chorus orecchiabili e assoli a due chitarre, i quasi 45 minuti del disco scorrono piacevolmente, senza impressionare l'ascoltatore ma riuscendo perfettamente nell'obiettivo di intrattenerlo. Il songwriting è decisamente efficace , ogni track si attesta su livelli medio-buoni, mentre i testi del disco, scritti con grande cura dalla coppia Glas – Neuhierl, parlano dell'essere umano, dei suoi sogni, delle sue speranze e delle domande che ognuno di noi si pone. Il disco, masterizzato da Mika Jussila ai Finnvox Studios, gode di una buona produzione, in linea con le migliori uscite del genere, particolarmente corposa nei bassi. Rispetto al precedente “Golden Signs” del 2001 c'è stato un cambiamento di line-up: dietro le pelli c'è ora Jens Kuge, batterista particolarmente attivo nella scena di Berlino, con numerose partecipazioni in veste di session e live drummer. “Soulhunter” è un buon album: non siamo di fronte a un disco rivoluzionario, ma certamente in grado di far felice molti ascoltatori!
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