Gli
Steel Seal si ripresentano all'appuntamento del loro secondo album, sempre per la Underground Symphony, con tante conferme ed una grande novità.
Infatti, al microfono troviamo Thomas Vikström, cantante che si è ormai fatto apprezzare in diversi contesti (Stormwind, Dark Illusion, Candlemass, Therion...) e che rileva il ruolo svolto su "By the Power of Thunder" dall'altrettanto bravo DC Cooper.
Le conferme arrivano invece sul fronte della musica, dove gli Steel Seal non smentiscono la loro propensione per il Metal Neoclassico, sebbene ne accentuino ulteriormente la componente Hard Rock e
seventies, come sembrano voler ribadire con forza, prima l'opener "Burn the Sky" (con tanto di hammond) e poi, nello scorrere della tracklist, episodi come "Holy Thursday", "Lord of the Files" o "Call to Roll", brano dove al voce troviamo Val Shieldon (Sigma e Oracle Sun).
Nel mentre è anche evidente come, sia il songwriting sia la prova strumentale (dove i nuovi innesti Adriano Rossi e Roberto Fasciani si affiancano agli
storici Marco Valerio Zangani e Luca Iovieno), siano all'altezza del vocalist che hanno scelto per interpretare canzoni come l'orientaleggiante ed epica "Time Stood Still" oppure la
heavy & power "As Darkness Falls", con gli Steel Seal che si ritagliano uno spazio esclusivamente strumentale solo nel finale, con "Afterlude in D", per quanto nemmeno nel corso degli altri pezzi non si tirino mai indietro dalla possibilità di fughe e scorribande strumentali.
Un gruppo dal grande potenziale, e già in grado di esprimerlo, anche se ovviamente il ricorso a dei (per quanto di questo spessore) guest singers, può rappresentare più un ostacolo che un vantaggio.
Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it...
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