Secondo disco per i
Laetitia In Holocaust e seconda legnata psicolabile dovuta a un Black Metal dalle tinte fortemente d'avanguardia, molto instabile a livello stilistico e altrettanto deviato nel concepire momenti di puro estraniamento dalla realtà.
Rotten Light restituisce al settore underground un gruppo che non si accontenta di ripercorrere le solite e schematiche trovate del più classico Metallo Nero, assolutamente no, i LIH hanno deciso lucidamente di impreziosire il proprio sound con continui cambi di tempo e di umore, per non parlare delle atmosfere che passano in tutta scioltezza da momenti più tirati ad altri in cui tutto appare sospeso e grigio, tra sensazioni opprimenti e sperimentali, insomma una evoluzione continua verso qualcosa di indecifrabile e di indefinito. Oggettivamente non lo so nemmeno io perchè mi ostino a parlare di Black Metal. Malgrado lo screaming tutto il resto gira intorno a 360° al Metal estremo, quello contemporaneo e più originale, ed è un piacere farsi investire da brani come Black Ashen Aurora, Ascension To Cursed Waters e Sons Of Ice: tutti e tre diversi tra loro eppure sempre accomunati da un sottile filo rosso che si muove con destrezza dal Post-Rock/Metal, allo Sludge, a un certo Doom Metal condito da interferenze Ambient per finire nel più acido e fastidioso Black Metal, in verità poco, ma efficace. Come da tradizione anche questo album è interamente autoprodotto, ma gli vanno fatti i complimenti per l'alto tasso di professionalità che è stato mantenuto. Una delle formazioni più originali del panorama Italiano.
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