"Time To Repent" è il primo album dei norvegesi
Devil, band di heavy doom che ha attirato su di sè le attenzioni della
Soulseller Records con il precedente demo "Magister Mundi Xum". Presentato da un monicker e da una copertina dai toni esoterici e satanici, "Time To Repent" è un disco che affonda le proprie radici nel metal più classico ed ottantiano, con qualche leggero rimando ai Black Sabbath per quel che riguarda il riffing di Kai Wanderås e Stian Fossum; in realtà la proposta musicale si avvicina più che altro a un certo heavy datato, che punta su ritornelli efficaci le cui melodie contano di fare facile presa sulle orecchie dell'ascoltatore. In questo senso pezzi come "At The Blacksmiths", "Blood Is Boiling", "Crazy of Woman" e la titletrack colpiscono in pieno, al contrario di brani come "Death of Sorcerer" che suona abbastanza scontato e banale, soprattutto nella prima parte. Tuttavia, nonostante alcuni pezzi veramente buoni, tutta l'ascolto di "Time To Repent" è penalizzata enormenete da una resa sonora veramente dozzinale e quasi amatoriale, sia per quel che riguarda le registrazioni che la prestazione strumentale della band, in primis il cantante Joakim Trangsrud che spesso e volentieri caccia delle belle stecche. Un vero peccato perchè questi difetti grossolani e evitabili molto facilmente fanno perdere al disco un buon mezzo punto in fase di valutazione ma soprattutto rende un po' meno piacevole la fruizione del disco. Si necessitano quindi ripetuti ascolti per calibrare alle "stonature" l'orecchio, pratica che certo fa perdere di immediatezza "Time To Repent" quando lo stesso album gioca sulla facile presa delle proprie canzoni.
A parte questo comunque il disco d'esordio dei Devil è carino e si lascia ascoltare bene, pur non brillando certo come il capolavoro del nuovo millennio. Consigliato agli amanti dei suoni più retrò e mefistofelici.
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