Questo quartetto piemontese esce da una
quarantena durata più di tre anni per dare seguito al proprio album d'esordio, "L'epoca dei Sogni", una pausa che hanno comunque sfruttato per allargare le proprie fila, con l'ingresso del chitarrista Psyduck che si affianca al terzetto composto da Giro, Aris e Bruno.
Quello che non è cambiato è invece il loro Punk Rock, melodico ed accattivante, cantato in italiano e ... con una
gucciniana pronuncia della "r".
Qualche ingenuità nelle tematiche affrontate (disagio sociale e generazionale, con un pizzico di ironia qua e là...) viene bilanciata dalla zelo e personalità con cui i
Quarantena stendono le liriche, come avviene, ad esempio, nel caso di "Le Teorie del Però", uno dei momenti migliori dell'intero album, assieme alla malinconia di "Storie di un Vecchio Punk" ed a "Ostalgia", brano sul quale hanno anche realizzato un video.
Musicalmente si rifanno al Melodic Hardcore di gruppi come NOFX, The Offspring e Rancid, giusto per non citare i gruppi storici: Clash e Ramones (sorry, ma devo ammettere di non seguire l'attuale scena italiana...), condite da tentazioni Pop, dando vita a brani freschi ed immediati.
Al primo ascolto il pensiero era andato alla Paolino Paperino Band, sebbene rispetto agli autori di "Fetta" i Quarantena risultino meno goliardici.
Io invece li vorrei ritrovare un po' più cattivi e grintosi... magari già all'appuntamento con il loro terzo album.
Mi hanno insegnato a dire NO ... NO ... NO!Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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