Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:57 min.
Etichetta:My Graveyard Productions

Tracklist

  1. MY BEGINNING
  2. THE NIGHT I LEFT
  3. ROLL BACK
  4. SUPERSTITION
  5. THE FIRST TIME I MET HER
  6. THE MIDDLE
  7. HONEST WORLD
  8. NEW CHANCE
  9. TRY AGAIN
  10. MEMORIES OF THE HUNTER
  11. SMALL GODS
  12. SUNSHINE

Line up

  • Michele Gusmeri: vocals
  • Andrea Gusmeri: guitar
  • Emanuele Bresciani: guitar
  • Andrea Verginella: bass
  • Federico Loda: drums

Voto medio utenti

Interessante e sorprendente evoluzione in senso prog-metal per i Dreamhunter di Brescia, che avevamo lasciato (con il debutto “The hunt is on” del 2006) come una buona band di hard n’ heavy classico e che ritroviamo nel 2011 alle prese con un suono decisamente più articolato e volubile, in grado di evocare l’approccio artistico di Queensryche, Vaden Plas, Shadow Gallery e Sieges Even.
“Roll back”, sostenuto da una sorta di concept in cui s’immagina un ciclo vitale vissuto a ritroso, mantiene in qualche modo il sostrato cultural-musicale della band, ma oggi le sue alchimie sonore si arricchiscono di versatilità e creatività, andando ad assemblare una serie di composizioni piuttosto affascinanti, pur nella loro accresciuta complessità.
Lontani dalle cervellotiche produzioni a cui il genere ci ha spesso abituati, i Dreamhunter riescono a combinare un notevole gusto armonico e melodico ad incisività e imprevedibilità, creando un ibrido abbastanza personale, che richiede la giusta attenzione senza per questo costringere l’ascoltatore a soverchi sforzi di concentrazione.
Piace particolarmente la maniera in cui l’influsso di prog-rock autoctono viene trattato ed inserito nel contesto complessivo, conservando la propria identità e tuttavia risultando integrato in un quadro che con un pizzico di maggiore compattezza avrebbe davvero potuto aspirare all’eccellenza.
Alcune incongruenze e un vago senso di dispersione, invece, limitano l’efficacia di un lavoro che parte solo “benino” con “The night I left” e “ Roll back”, brani attraenti e tuttavia un po’ disorganici per poi cominciare ad aumentare il coefficiente di persuasione con “Superstition”, un’elaborazione apprezzabile per fantasia e magnetismo.
I colpi emotivamente più “impressionanti” arrivano, però, grazie a “The first time I met her”, avvincente escalation ricca di pathos, e dopo il pulsante hard number “The middle” nuovamente altalenante negli effetti sensoriali, a "Honest world”, una fluttuante esplorazione melodica, alla drammatica "New chance”, breve intermezzo acustico tra Queensryche e Savatage, a "Try again”, “Small gods” e alla delicata strumentale “Sunshine”, un ammirevole trittico che condensa tutte le migliori qualità attuali dei Dreamhunter, esibendo sensibilità, erudizione, intensità e inventiva, il tutto privo di evidenti cedimenti.
In mezzo a tanta opulenza riesce ad emergere comunque anche “Memories of the hunter”, un momento probabilmente leggermente più “ordinario” nella sua enfasi dagli accenti celtico-caliginosi, eppure da annoverare tranquillamente tra i “pezzi forti” dell’albo, arrivando addirittura a segnalarsi con prepotenza per la tradizionale ricerca del best in class.
Come anticipato nel prologo di questa disamina, la metamorfosi in atto è sicuramente intrigante e meritevole di attenzione, quantunque probabilmente non ancora del tutto compiuta … i Dreamhunter sono senza dubbio sulla buona strada e fin da ora si può godere di questa luccicante crisalide pregustando quello che fatalmente, se le leggi naturali sono rispettate, succederà da qui a breve.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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