Trovare le parole per descrivere questo ritorno degli Exodus, indubbiamente la band più importante e fondamentale della storia del thrash, non è per nulla facile. "Tempo of the Damned" arriva dodici anni dopo "Force of Habit", ma è come se gli Exodus veri si fossero congelati nel 1990 con "Impact is Imminent" per tornare nel nuovo millennio con un disco che da solo spazza via tutto quanto è stato fatto nel thrash in questi anni. Innanzitutto, scordatevi una svolta modernista di dubbio gusto sulla scia dei Testament di "The Gathering", e preparatevi ad un album senza concessioni alle mode del momento; "Tempo of the Damned", nonostante una produzione al passo con i tempi, ad opera di Andy Sneap, e un'accordatura in Re, riprende esattamente da dove gli Exodus ci avevano lasciato con l'indimenticabile "Fabulous Disaster" e con il buono "Impact is Imminent" (ahimè, sottovalutato da molti). Questo nuovo lavoro della band statunitense non perde tutte quelle che furono le caratteristiche uniche ed inconfondibili del sound Exodus negli anni successivi all'ottimo, ma più grezzo "Bonded by Blood" (1985); dal riffing della coppia Holt/Hunolt alla batteria di Tom Hunting, con i suoi passaggi inconfondibili, per non parlare della performance vocale del ritrovato e spettacolare Steve "Zetro" Sousa. Ad eccezione di qualche soluzione ritmica più moderna, come in "Throwing Down", che guarda caso risale al progetto Wardance che Gary Holt e Tom Hunting misero in piedi verso la metà '90, questo "Tempo of the Damned" vanta un riffing assolutamente retrò, in puro stile Bay Area, contraddistinto da soluzioni ritmiche e vocali tipicamente americane e vi basterà sentire la strepitosa "Forward March", con il suo refrain quasi rappato dalla voce al vetriolo di Souza.
La vera forza di questo "Tempo of the Damned" sta nella varietà delle composizioni: abbiamo sfuriate quali "Scar Spangled Banner" o "War is my Sheppard", così come quei mid-tempo in stile "Brain Dead" che resero unico il sound degli Exodus ("Blacklist" o "Sealed wit a Fist"). La continuità con il sound degli '80s è ribadita dalla presenza di "Impaler", brano risalente al 1983 e mai incluso in demo o album (compare solo su un bootleg live semi-ufficiale del marzo 1983); pur non cambiando una virgola dalla versione originale di diciannove anni fa "Impaler" suona dannatamente thrash e potente, ben più tante porcate spacciate per tali in questi ultimi anni (agli svedesi fischiano le orecchie?). Se ancora avete dubbi sulla qualità di questo disco, e sulla sua assoluta coerenza con il passato, voglio dirvi anche che "War is my Sheppard" altro non è che una rivisitazione di "Zodiac", brano scritto ai tempi di "Fabulous Disaster", proposto qualche volta dal vivo, ma non incluso su album.
Anche sul piano lirico gli Exodus non hanno abbandonato i propri propositi, puntando sulla ferma condanna della politica estera statunitense e della guerra; "Scar Spangled Banner" è un esempio di come si possa essere americani, amare il proprio paese, ma essere contrari ai giochi di potere della politica statunitense.
Questo "Tempo of the Damned" è quanto di meglio potessero fare gli Exodus nel 2004, e va oltre ogni mia aspettativa, tanto che è in grado tranquillamente di reggere il confronto con i must del passato. Se siete fan della band non può e non deve assolutamente sfuggirvi; se invece siete tra quelli che ritengono che il thrash debba vestirsi con abiti moderni per vivere ancora all'alba del nuovo millennio... beh, allora ascoltatevelo e rendetevi conto dell'enorme cazzata che state dicendo.
Per quanto mi riguarda non posso che togliermi il cappello e inchinarmi dinnanzi ad un ritorno del genere, quanto mai fedele a ciò che gli Exodus cantavano nel 1990:
"Heavy fuckin' sound , pound your head into the ground
Where others try and fail, we're glory bound
It's what we love to hear, we've done it for so many years
Rolling into town and blowing out your ears
Parents are against, they try and keep their children
Fenced in from the world and the evil influence
Like birds of a feather we'll always flock together
We want you to know we'll always thrash forever!"
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