Era il 2002 e un ragazzotto 27enne di origini finlandesi dava alla luce un album solista dal titolo obiettivamente spavaldo "
Taking the Lead", un insieme di pezzi scritti tra l'adolescenza e la maturità, mai editi fino ad allora. Il disco viene riconosciuto unanimemente come un buon lavoro, apprezzato anche da vari maestri del settore quali Steve Vai e Joe Satriani.
Ora siamo nel 2011 e quel ragazzotto di ormai 36 anni è diventato il chitarrista dei
Sonata Arctica, portandosi sulle spalle l'onore e l'onere di rimpiazzare il cuore pulsante del gruppo, quel Jari Liimatainen che è andato poi a fare la (nuova) fortuna di Kotipelto coi loro
Cain's Offering. Sonata Arctica che ormai sono sulla bocca di tutti e che in quel lontano 2002 avevano appena dato alle stampe il capolavoro "
Silence". Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia per entrambi, in particolare per il buon
Elias che, oltre ai Sonata Arctica, porta avanti il suo progetto solista "E.Vil".
E la Lion Music ha così deciso, a distanza di quasi 10 anni, di ristampare il disco d'esordio di
Viljanen, "
Taking the Lead" appunto, aggiungendo un dvd con alcuni pezzi in versione live provenienti dai 3 album che Elias ha scritto nel frattempo, ovvero "
The Leadstar" e "
Fire-Hearted".
Operazione biecamente commerciale, data la fama che Elias ha raggiunto accasandosi ai finlandesi di Kemi, ma che ci spinge in qualche modo a valutare l'operato di un chitarrista si meritevole, ma che non ha mai fatto breccia nei cuori dei fan dei SA, vuoi perchè il paragone con Liimatainen è inclemente, vuoi perchè l'unico album su cui suona è da molti ritenuto il peggiore della discografia dei finlandesi.
In questo esordio però Viljanen era ancora molto orientato verso ciò che ha rappresentato le sue radici musicali, ovvero l'hard rock e soprattutto il metal neoclassico dei suoi "maestri", tralasciando la parte più power-prog del suo sound, uscita fuori decisamente col passare degli anni e dei dischi. Brani come "
Written in Stars" e soprattutto la splendida "
Northern Breeze" sono infatti pura gioia per le orecchie dell'ascoltatore, che rischia di rimanere rapito dal fascino derivante dall'abilità di Elias con le 6 corde.
Le altre canzoni si mantengono sempre sugli stessi livelli di bontà, senza raggiungere i picchi delle due citate ma senza nemmeno sprofondare nella noia che un album esclusivamente strumentale può spesso provocare.
Insomma un buon esordio per quello che si è poi rivelato essere un buon chitarrista, forse non al livello di chi l'ha preceduto (almeno nei Sonata Arctica, in particolare a livello compositivo) ma capace comunque di tessere melodie interessanti e fresche. Se ve l'eravate perso e siete fan dei guitar heroes e/o dei Sonata Arctica fatelo vostro, per gli altri un paio di ascolti distratti direi che possono bastare.
Quoth the Raven, Nevermore..