Amanti del Death Metal melodico e del Thrash-core unitevi e gioite! Gli
Anterior infatti sono la band che fa per voi, capace di unire saggiamente i due sottogeneri sopracitati in un mix davvero esplosivo e di sicuro impatto per le vostre orecchie assetate di buona musica.
Passatami questa sinestesia, andiamo a fare la storia degli
Anterior: nascono nel 2003 ai tempi della scuola, quando un gruppo di ragazzi decidono di fondere le proprie passioni per la musica e iniziano come un po' tutti a fare cover dei gruppi più celebri. Finché una demo riesce a ottenere l'attenzione di diversi promoter del Galles, che li fanno suonare sempre più spesso, fino a quando anche la Metal Blade si accorge di loro e nel 2007 gli fa incidere il loro primo disco, "
This Age of Silence". Nel frattempo il cantante e chitarrista
Luke Davies accusa problemi di salute che non gli permettono più di suonare la chitarra, quindi si concentra solo sul microfono e al suo posto viene chiamato l'ex
Mendeed Steven Nixon, mentre alla batteria troviamo
James Cook in sostituzione del membro originario Ross Andrews, che ha lasciato la band nel 2008 causa sopraggiunte divergenze musicali.
La nuova formazione incide quindi nel 2011 questo "
Echoes of the Fallen", intrigante fin dalla copertina, oscura e "mortale", in netta contrapposizione con quella fulgida del precedente disco. Cambia anche il logo, che da semplicistico diventa più complesso, avvicinandosi agli stilemi più cari al death metal.
E questi cambiamenti vanno inevitabilmente a riversarsi anche sul sound della band, che si fa nettamente più aggressivo, abbandonando quasi totalmente le parti più melodiche presenti nel predecessore, in particolare nel cantato di
Luke Davies, che ormai libero dagli impegni chitarristici ha maggiore libertà al microfono. C'è da dire però che la sua prestazione non è un granché, risultando alla fine il vero punto debole del gruppo, presentando una voce tra il growl e lo scream abbastanza valida ma eccessivamente piatta e uniforme, cosa che alla lunga può stancare.
Non stancano invece le due chitarre di
Nixon e
Kemp, sugli scudi in ogni canzone, sfornando riff di notevole caratura e studiati alla perfezione, anche se ogni tanto possono risultare un po' fuori dagli schemi, quasi a voler rimarcare la loro peraltro innegabile abilità.
Le 10 canzoni che compongono il disco si mantengono tutte sullo stesso livello qualitativo, incarnando perfettamente quello che è il genere musicale proposto in passato da band quali
Trivium,
Killswitch Engage e, perchè no, un pizzico di
Children of Bodom. Da segnalare in particolare la seconda traccia, "
Blood in the Throne Room", con il riff finale da brividi, mentre per l'accostamento ai CoB basta dare un ascolto a "
The Evangelist" per rendersi conto che non è poi così ardito.
Acquisto azzeccatissimo il nuovo batterista
James Cook, vero metronomo della squadra, pulitissimo nell'esecuzione e schiacciasassi quando serve.
Un disco che in conclusione mi ha colpito molto positivamente, vuoi anche per la sensazione di viaggio indietro nel tempo che mi ha pervaso durante l’ascolto. Se siete delusi dalla svolta eccessivamente melodica dei Trivium o dalle ciofeche che ci hanno propinato Children of Bodom e In Flames, allora questo “
Echoes of the Fallen” degli
Anterior potrebbe fare decisamente al caso vostro.
Quoth the Raven, Nevermore..