Brainstorm - On the Spur of the Moment

Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:46 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. BELOW THE LINE
  2. IN THE BLINK OF AN EYE
  3. TEMPLE OF STONE
  4. IN THESE WALLS
  5. STILL INSANE
  6. DARK LIFE
  7. NO SAINT, NO SINNER
  8. WHERE YOUR ACTIONS LEAD YOU TO LIVE
  9. A LIFE ON HOLD
  10. MY OWN HELL

Line up

  • Andy B. Franck: vocals
  • Torsten Ihlenfeld: guitars
  • Milan Loncaric: guitars
  • Antonio Ieva: bass
  • Dieter Bernert: drums

Voto medio utenti

Still Insane.

Aspettavo con ansia il ritorno sulle scene dei tedeschi Brainstorm e puntuali come un orologio svizzero eccoli uscire con questo “On the Spur of the Moment”, nono album della loro ormai pluridecennale carriera. E il ritorno è di quelli che ti tengono davvero attaccati allo stereo, riportandoli in auge dopo il passo falso di “Memorial Roots” e il poco convincente, almeno per il sottoscritto, “Downburst”. Ma andiamo con ordine con la solita lezioncina di storia, per gli studentelli meno attenti.

I Brainstorm nascono nel 1989 in Germania, dalla mente e dai plettri dei chitarristi Torsten Ihlenfeld e Milan Loncaric, coadiuvati dal batterista Dieter Bernert. Dopo un paio di album di discreto power metal in puro stile teutonico, “Hungry” e “Unholy”, arriva la svolta sotto l’oscura criniera del vocalist Andy B. Franck, il quale porta in casa dei Brainstorm quell’energia e quella grinta che erano marchio di fabbrica del primo album dell’altra band di Andy, quei Symphorce che tutt’ora dividono equamente le giornate del cantante.
Con il talentuoso Franck dietro il microfono, i Brainstorm assumono le sembianze atipiche di un gruppo power dalle spiccate venature thrash, grazie in particolare a un saggio uso delle chitarre e della voce graffiante e potente dello stesso cantante tedesco. Danno così alla luce “Ambiguity” e “Metus Mortis”, seguiti nel 2003 dal vero masterpiece della band, quel “Soul Temptation” che ancora oggi funge da metro di paragone per chiunque voglia avvicinarsi a queste particolari sonorità e per i Brainstorm stessi, che a mio parere non sono più riusciti col tempo a bissare il successo di quel disco, ne col seppur ottimo “Liquid Monster” ne tantomeno, come già detto, con “Downburst” o "Memorial Roots”.

E dopo questa breve introduzione storica arriviamo quindi a “On the Spur of the Moment” che, nei sogni del sottoscritto, avrebbe dovuto riportare i Brainstorm ai fasti di 8 anni fa. E devo dire che l’attacco di “Below the Line” è davvero un biglietto da visita di quelli coi fiocchi, potente e fottutamente thrash, come forse mai i Brainstorm erano stati nemmeno in passato. 6 minuti e mezzo di grande musica, quasi da lacrimuccia per la piacevole sensazione di deja-vu che mi ha pervaso tra granitici riffoni di chitarra e la splendida voce di Andy, qui davvero graffiante e incisiva come non mai. Le ultime produzioni dei tedeschi non erano male, ma iniziavano davvero ad essere ripetitive, come se mancasse l’ispirazione e la voglia di osare..in due parole, le palle. E dev’essere che qui le palle le hanno tenute sotto ghiaccio per qualche anno, perché se c’è qualcosa che su questo nuovo disco non manca è proprio la grinta e un pizzico di voglia di osare, senza ovviamente snaturare troppo quello che sono stati in passato. Anche perché, diciamola tutta, dopo aver trovato la formula magica i Brainstorm non ci hanno mai stupito con chissà che effetti speciali.
E così la velocità aumenta con “In the Blink of an Eye” e “Temple of Stone”, mostrando il fianco alla parte più puramente power dei Brainstorm, non dimenticandosi di tornare a picchiare duro con “No Sinner – No Saint”, in assoluto una delle canzoni più pesanti della storia musicale dei teutonici, salvo aprirsi nuovamente in una cavalcata power con la successiva “Where Your Actions Lead You To Live”, che apre il bellissimo trittico finale chiuso da un’atmosferica “My Own Hell”, soprattutto nella parte iniziale dove abbiamo una delle poche occasioni di ascoltare la voce di Franck senza il supporto di nessuno strumento, se non un lieve tocco di chitarra.

In conclusione un album in puro stile Brainstorm, di quei Brainstorm però che mancavano sul palcoscenico mondiale da qualche anno, quelli che ti spaccano il cervello con il loro mix di thrash e power, senza portarti però alla noia dovuta all’eccessiva ripetitività che caratterizzava gli ultimi lavori. Per quanto mi riguarda, bentornati! Con la speranza che l’album della doppia cifra sia un giusto tributo ad una delle band più costanti e interessanti degli ultimi 15 anni.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini
Ottimus

E' un disco assolutamente fantastico! Da avere! Ben prodotto, e per nulla scontato... bravi questi tedeschi!

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