Partiamo dalle cose semplici: Michele Da Pila, singolare pseudonimo di Michele Flammia, non cambierà il mondo della musica. Però ce la mette tutta per rendere interessante quello che fa, o quantomeno provarci.

Michele ha 30 anni e questo "Pleonexia" è il suo primo lavoro ad essere proposto ad una vasta utenza, alla ricerca di quel sogno che si chiama Contratto Discografico. Che dire, Michele merita questo contratto? A mio parere merita almeno una chance. Le 4 canzoni contenute in questo demo sono infatti tutte quante discrete, niente di trascendentale s'intende, ma comunque piacevoli. Spaziano dallo speed/thrash al rock anni '80 fino all'epic di "We Just Want More", forse la più riuscita del lotto.
Come chiaro dalla line-up, Da Pila è tra l'altro una one-man band, nella quale Michele canta, suona la chitarra e programma basso e batteria. Per quanto riguarda un'analisi meramente tecnica direi che forse la chitarra è il suo ambiente naturale, mostrandosi acerbo nel canto e decisamente poco incisivo nella programmazione, in particolare quella della batteria, che risulta piatta e senza mordente. Con un gruppo vero alle spalle però, soprattutto in fase di registrazione, potrebbe dire la sua, in un mercato che troppo spesso ci offre giovani svogliati che fanno tutto solo per soldi. La produzione, essendo un lavoro amatoriale, è ovviamente quella che è e non aiuta di certo i suoni a emergere in maniera significativa.

Michele, citando in maniera blasfema De André, "lo fa per passione", e si sente, nel bene e nel male. Ma alla passione va data almeno una chance, perchè senza quella rimane solo un involucro vuoto.

Quoth the Raven, Nevermore..