Copertina 8

Info

Anno di uscita:2011
Durata:50 min.
Etichetta:Frontiers Records
Distribuzione:Frontiers Records

Tracklist

  1. BIG MONEY
  2. ONE MAN DOWN
  3. FIRST TO CRY
  4. SOMEDAY WHEN
  5. SEARCHIN’
  6. LIVIN’ IN A DREAM WORLD
  7. THE NEXT TIME I HOLD YOU
  8. RUN FOR YOUR LIFE
  9. HOLOGRAM
  10. SEVEN
  11. ONCE TWICE
  12. BLOOD

Line up

  • James Christian: vocals
  • Jimi Bell: guitars
  • BJ Zampa: drums
  • Chris McCarvill: bass

Voto medio utenti

Da qualche tempo ormai gli House of Lords sono innegabilmente la creatura di James Christian, l’unico superstite di quella line-up che nel lontano 1988 diede alle stampe un’autentica pietra miliare di pomp/hard rock.
Evidentemente l’ottimo James deve aver trasmesso ai suoi eccellenti collaboratori (ormai più che “rodati”, in realtà!) tutta la cristallina, maestosa e scintillante genialità di cui la formazione voluta dal mitico Gregg Giuffria (e da Mr. Gene Simmons) è stata capace fin dal primo vagito discografico della sua esistenza, tanto che sono sicuro che anche l’Angelo delle tastiere americano, ormai dato artisticamente per disperso, non potrà che essere orgoglioso di quanto realizzato dall’ex L.A. Rocks sotto il glorioso monicker dopo la sua “dipartita”.
“Big money” non sovverte per nulla questo presumibile privilegio, confermandosi come un lavoro di grande eleganza e forza espressiva, reiterando quella magistrale commistione di potenza, sensibilità, tecnica e melodia divenuta inconfondibile marchio di fabbrica della nobile reggia statunitense.
Anzi, dirò di più … se confrontato con il precedente “Cartesian dreams”, il nuovo lavoro mi sembra addirittura lievemente più ispirato e convinto, ostentando un equilibrio tra durezze, magniloquenze e sentimento piuttosto edificante per la tradizionale impronta stilistica del gruppo.
Grande plauso a Mr. Christian, dunque, per l’importante e consolidato lavoro di “divulgazione” e, soprattutto, per la prova impeccabile della sua voce, ma anche ad un Jimi Bell sempre appagante e controllato, sia che si tratti di proporre fraseggi cromati e ficcanti, sia che la scelta musicale ricada su articolazioni più passionali e intense.
Partenza sprint con il piglio classy e anthemico della vibrante title-track, mentre gli ama Zeppelin e Rainbow, ascoltando “One man down” e “Livin’ in a dream world” (ehm, … la “Stargazer” degli HOL?), si ritroverà con un nuovo profondo solco scavato nella sua anima di musicofilo, riconoscendo in queste suggestive note il gusto superiore di un’ispirazione pregna di classe e di grande personalità.
“First to cry” (recuperata dal repertorio di Mark Free … chi si ricorda della bella versione resa dagli svedesi Ignition?), la ballata romantica “The next time I hold you”, i cori Def Leppard-eschi di "Hologram” e la risoluta “Once twice” (appena inferiore) illuminano i sensi di tutti gli appassionati di AOR che nelle canzoni cercano atmosfera e vitalità, “Someday when” e “Run for your life” aggiungono un prezioso drappo pomp al già incantevole look sonoro, e anche “Searchin’” nella sua esposizione vagamente Whitesnake-iana, così come i vaghi tentativi di “aggiornamento” operati nelle oscillanti (riff scuri e compressi stemperati da armonie vaporose) "Seven” e “Blood” sono momenti abbastanza piacevoli pur non raggiungendo i livelli entusiastici del resto del programma, raffigurando verosimilmente (sebbene non conosca i suoi gusti attuali!) gli unici pezzi che faticherebbero un po’ ad ottenere il risoluto benestare del divino Gregg.
“Big money” è un altro capitolo estremamente competente nella parabola artistica degli House of Lords, a cui, forse, manca solo un pizzico di quella “scintilla” creativa in grado di renderlo veramente “definitivo”. Rappresenta, tuttavia, un acquisto imperdibile per tutti i fans della band e per chiunque si ritenga un vero appassionato di musica rock … una sicurezza, insomma, proprio come la label che lo patrocina, sempre più protagonista della scena melodica internazionale.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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