Jorn Lande è indubbiamente un grande interprete, una voce calda e bluesy, e lo ha dimostrato tanto nel corso delle svariate partecipazioni e collaborazioni (tra queste Millenium, Ark, Masterplan, Allen/Lande ed Avantasia) cui ha preso parte, quanto nel corso della sua carriera solista.
Proprio riguardo a quest’ultima, dopo quel "Live in America" uscito nel 2007 nella sua versione audio e poi nel 2009 in DVD, il compito di aprire nuovamente il sipario su di un palco (nel caso quello dello Sweden Rock Festival 2010) per apprezzare tutta l'energia e la bravura del cantante norvegese, spetta a "Live in Black", un nuovo live album che si presenta, sin da subito, all'appello con la sua controparte in DVD.
Una soluzione vincente che ci permette quindi di gustare un sound potente e ruvido il giusto, ma anche la convincente performance on stage di Jorn e dei quattro musicisti che lo affiancano, dai fedeli compagni di viaggio (sin dall'esordio sotto il monicker Jorn: "Startfire", del 2000) Tore Moren e Willy Bendiksen, sino ai due più recenti innesti, Tor Erik Myhre e Nic Angileri.

La setlist pesca quasi esclusivamente dalla discografia solista di Jorn, con una sola cover, quella di "Are You Ready" dei Thin Lizzy, beh… a parte quel un breve accenno a "Man on the Silver Mountain" nel corso di "War of the World". Da sottolineare, infatti, come "Live In Black" sia dedicato proprio alla memoria di Ronnie James Dio, che al tempo del concerto era scomparso da poco meno di un mese, e viene celebrato dallo stesso Jorn nel corso di "Man of the Dark". Di questo stesso brano troviamo anche un video sul DVD, accompagnato da quello di "Song for Ronnie James", altro sentito omaggio ad uno dei migliori cantanti che ci abbia mai offerto la scena Hard & Heavy.

Tornando alla sezione live, si parte dai brani più recenti, che peraltro qui fanno la parte del leone, con "Road of the Cross" e "Below" (entrambi da "Spirit Black" uscito nel 2009), intervallati da "Shadow People" ("Lonely Are the Brave", 2008), canzoni robuste, ben suonate e sopratutto ottimamente cantate, ma che mostrano qualche limite nel songwriting, certo non una novità quando si parla della carriera solista di Jorn. Altra doppietta, e questa volta tocca all’album "The Duke" (2006), con in rapida successione "We Brought the Angels Down" e "Stormcrow", così per il primo ed unico vero tuffo nel passato dobbiamo andare ben oltre la metà della scaletta, giusto in occasione di quella "Tungur Knivur" incastrata tra gli assoli dei due chitarristi e ripescata dal secondo lavoro solista di Jorn, "Worldchanger", risalente al 2001.

A vedere le loro espressioni, i presenti allo Sweden Rock Festival sembrerebbero più che soddisfatti, e credo proprio che questo doppio CD+DVD non mancherà di appagare anche i vostri palati.

Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...