Torna alla grande Jim Peterik dopo i riuscitissimi progetti World Stage, Ides Of March e Mecca. E torna insieme alla sua ultima, straordinaria, scoperta: Toby Hitchcock, venticinquenne vocalist dall'estensione vocale di quattro ottave reclutato quasi per caso. Il risultato del lavoro dei due è questo strepitoso album che riporta in gloria il melodic rock anni 80 attingendo allo stile di bands storiche come Toto, Journey e Bad Company (e Survivor ovviamente). L'opener "It's criminal" avrebbe dovuto essere contenuto in "Vital Signs" dei Survivor; fu escluso ed ora è l'efficacissimo biglietto di presentazione dei Pride Of Lions. La voce di Hitchcock anticipa soltanto le prodezze di cui sarà capace nell'intero album: pur essendo alla sua prima esperienza discografica questo illustre- finora- sconosciuto ha talento da vendere, grandi capacità di interpretazione e i paragoni con i vari Bobby Kimball, Fergie Frederiksen e Jimi Jemison si sprecano. "Gone" è un autentico capolavoro, un mid-tempo in cui la voce profonda di Peterik e gli acuti di Hitchcock duettano con un sottofondo di riff di tastiera che dona al pezzo un tono solenne. Il chorus è irresistibile, difficile levarselo dalla testa. Segue la ballad "Interrupted melody", struggente anche grazie all'arrangiamento orchestrale e, ancora una volta, alla magistrale interpretazione di Toby Hitchcock. Peterik e Hitchcock duettano nuovamente in "Sound of home": il ritornello di questa track è una vera esplosione, una grande prova dell'ugola del venticinquenne vocalist che si spinge in acuti alla Bobby Kimball dei tempi migliori. Forse il pezzo migliore di tutto l'album. "Prideland" ha invece un ritmo rilassante e le chitarre sono le discrete protagoniste in questo omaggio alla vita dei leoni della pianura di Serengheti. Nella parte finale del pezzo i vocalizzi di Hitchcock ricordano molto Steve Perry dei Journey. Le prime note di "Unbreakeable" ricordano l'inizio di "Eye of the tiger", regalo dei Survivor alla colonna sonora di Rocky. Il resto è un mid-tempo nel migliore stile AOR, trascinante e coinvolgente. "First time around the sun" merita di essere ascoltato più di una volta essendo il pezzo meno immediato dell'album. Le sonorità sono quelle tipiche degli anni 80, e i Toto vanno nuovamente menzionati come chiara fonte di ispirazione sia negli arrangiamenti sia nelle parti vocali. Il tono cambia decisamente con l'up-tempo "Turn to me", l'energia esplode con il dialogo canoro tra i due vocalists sostenuto da chitarre e tastiere che si rincorrono poi in un assolo alla fine del pezzo della durata di un paio di minuti. Anche qui un ritornello con cori sontuosi di cui è difficile non innamorarsi. "Madness of love" è qualitativamente inferiore al resto, ritmo piuttosto piatto e nessun passaggio degno di nota. La fine del pezzo riserva però delle sorprese: poco prima della conclusione batteria, tastiere, basso e chitarra si lanciano improvvisamente in un assolo anni 70, poi si riprende il ritornello e la canzone si conclude. Hitchcock e Peterik duettano nuovamente in "Love is on the rocks", track riuscitissima, melodica e potente allo stesso tempo, chorus come al solito egregiamente costruito e tastiere in primo piano. "Last Safe Place" è una ballad per cui non bastano gli aggettivi per descrivere le voci, gli acuti di Hitchcock e la melodia struggente. Il ricordo dei gloriosi anni 80 aleggia anche in questa track. Il compito di chiudere l'album spetta a "Music and me", inno alla musica con un sottofondo iniziale di tastiera che ricorda "Rosanna" dei (sì, di nuovo loro!) Toto. Rock melodico e AOR e hard rock qui si combinano tra loro perfettamente: in molti saranno catturati da questa canzone.
Quest'album è di sicuro una delle migliori uscite discografiche del suo genere:Peterik ha superato se stesso ed è nata la nuova stella Toby Hitchcock. Non resta che sperare in un seguito e, soprattutto, di poter ammirare il duo live. Acquisto consigliatissimo!
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