Con un semplice EP di 3 pezzi i
Darkestrah si presentano alla loro nuova etichetta, la storica
Osmose production.
Ho scritto "semplice", ma
"Khagan" nel suo profondo non lo è. Il suo spirito non è semplice.
Il gruppo del Kirghizistan, che da anni risiede però in Germania, ci da, infatti, un saggio della sua classe che percorre i brani emergendo ogni volta in forma diversa.
Da un semplice arpeggio acustico su cui si basa la seconda,
meravigliosa,
"Onon River", ai frequenti inserti ambient fino alle sfuriate gelide ed epiche che intarsiano gli altri brani, la classe prorompe imponente ed incontenibile. Il black metal che i nostri ci offrono è epico, magniloquente, fortemente intriso da un'anima folk e pagana che sa esprimersi in partiture in grado di cesellare paesaggi emozionanti e lontani.
Siamo in territori sonori molto vicini ai migliori
Drudkh o a certi
Isengard, ma I Darkestrah plasmano la materia sonora in modo personale e per nulla banale. Non importa che si passi da intonazioni evocative a scream ferale, da tastiere ariose e quasi cinematografiche a chitarre disperate: ogni volta siamo di fronte ad uno stesso scenario di nera desolazione. Ed è proprio un senso di vuoto e di pochezza quello che ci azzanna la mente ascoltando "Khagan" e se la musica è in grado di colpirti in questo modo, se sa
emozionarti, allora, beh allora non importa che qui ci siano solo 3 pezzi, non importa che questo sia solo un semplice EP. Questa è Musica.
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