Che il doom metal non goda di grande considerazione tra i metal kids è purtroppo un dato di fatto, ed è un vero peccato perchè nel genere spesso emergono dei dischi veramente validi che corrono il rischio di passare inosservati ai più: è questo il caso degli inglesi
The Wounded Kings e del loro terzo album in studio
"In The Chapel Of The Black Hand", edito per la
I Hate Records. La creatura di
Steve Mills si presenta oggi molto differente al passato: in primis l'ingresso della cantante Sharie Neyland, che come vedremo è riuscita a dare un tocco malefico e luciferino a questo nuovo "In The Chapel Of The Black Hand", ed in secundis uno stravolgimento totale della lineup che vede come unico punto fermo lo stesso Mills, che ha chiamato a sè il batterista Mike Heath, il chitarrista Alex Kearney ed il bassista im Willumsen. Nonostante tutti questi grandi stravolgimenti, appare chiaro come il leader dei The Wounded Kings avesse le idee ben chiare in testa, e lo dimostra l'assoluta eccellenza che questo disco riesce a raggiungere. Il doom metal del combo inglese infatti è lento, cupo, malefico e la voce di Sharie riesce ad amplificare l'aura sinistra e malevola che circonda tutti i quaranta minuti di "In The Chapel Of The Black Hand", dove a dominare la scena sono ovviamente i riff pesanti e possenti di chitarra. Ottime le melodie, affascinanti e sinistre che nonostante la durata elevata delle canzoni riesce ad ipnotizzare l'ascoltatore e condurlo in un mondo fatto di sabba, riti satanici e sacrifici umani. Inutile cercare di fare una graduatoria dei pezzi del disco, visto che cali di tensione o momenti meno ispirati di altri proprio non ce ne sono, anche se la nostra preferenza va certamente all'iniziale "The Cult Of Souls", vera gemma nera di "In The Chapel Of The Black Hand".
Se siete amanti del doom metal con voce femminile o del doom in senso generale, il nuovo disco dei The Wounded Kings è assolutamente
IMPERDIBILE e si candida prepotentemente per le consuete playlist di fine anno.
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