Punk hardcore dalle tinte anarchiche, questa la proposta degli umbri
Li Camp che con “Born to resist” giungono al debutto discografico tramite l’interesse della Nomadism Records.
Punk hardcore che non è quello all’acqua di rose che un certo mainstream ci vuole propinare per vincente e buono solo come sottofondo ad un party da teenager, bensì quello critico e più sfacciatamente underground dove non è tanto importante come si suona, quanto il messaggio che si trasmette.
Come avete intuito, “Born to resist” è un prodotto destinato ad uso e consumo di chi sostiene la scena anarco-punk, capace di andare oltre le pecche, dovute più che altro all’inesperienza, che ogni tanto emergono durante l’ascolto.
Il disco è attraversato da una vena melodica che riporta alla mente i fasti del periodo a cavallo degli anni 80 del punk inglese, il che rende il tutto piacevole e scorrevole allo stesso tempo senza per questo perdere il piglio aggressivo e irriverente.
Nulla vieta di pensare che i Nostri riusciranno a breve a ritagliarsi un proprio spazio all’interno della scena tricolore. La voglia di lottare non fa loro difetto.
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