Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:78 min.
Etichetta: Season of Mist

Tracklist

  1. LJÓS Í STORMI
  2. FJARA
  3. ÞÍN ORÐ
  4. SJÚKI SKUGGINN
  5. ÆRA
  6. KUKL
  7. MELRAKKABLÚS
  8. DRAUMFARI
  9. STINNINGSKALDI
  10. STORMFARI
  11. SVARTIR SANDAR
  12. DJÁKNINN

Line up

  • Svavar Austman: Bass
  • Guðmundur Óli Pálmason: Drums
  • Sæþór Maríus Sæþórsson: Guitars
  • Aðalbjörn Tryggvason: Guitars, Vocals

Voto medio utenti

Nella mitologia norrena, Sol è la dea del sole, figlia di Mundilfari.
Sol cavalca attraverso il cielo su un carro trainato da due cavalli, Alsvid e Arvak. Sotto le loro scapole gli dei hanno inserito ferro freddo per mantenerli freschi.
Durante il giorno, Sol è inseguita dal lupo Skoll che cerca di divorarla, proprio come suo fratello Mani è inseguito dal lupo Hati di notte.
Durante le eclissi, il sole è in pericolo di essere mangiato da Skoll.
Alla fine, il lupo la cattura.
La dea Svalin sorge di fronte al sole e protegge la terra da tutta l'intensità del suo calore.


Indissolubilmente legati alla loro terra, la contradditoria Islanda, tornano i Sólstafir con la loro musica tormentata e distante, riprendendo il discorso iniziato con il precedente, bellissimo, Köld e portandolo alle estreme conseguenze.
Il black metal dalle forti tinte viking degli esordi, già di suo molto originale, è solo un pallido ricordo, un'eco che giace sul fondo della musica dei nostri. "Svartir Sandar" è un album intricato, malinconico, rabbioso, pagano, è un insieme di sensazioni fortemente legate alla natura. La musica dei Sólstafir si sposta verso sonorità rock psichedeliche senza perdere un'oncia del suo fascino, della sua carica disperata ed avvolgente. Le chitarre continuano a descrivere paesaggi freddi e brumosi, esplodendo con intensità, oppure sussurando dolci melodie mentre le composizioni si dilatano nel tempo in lunghe cavalcate dai toni a volte epici a volte mesti.
Impossibile resistere ad una musica così affascinante da farti scordare lo scorrere del tempo, impossibile non lasciarsi trasportare lontano da questi artisti del chiaroscuro.
Tutti i pezzi di "Svartir Sandar" hanno una storia da raccontarci e non importa che Aðalbjörn Tryggvason ora sussurri come un Thom Yorke dimesso, ora urli col suo inconfodibile tono disperato: il risultato sarà sempre incredibilmente ammaliante.
I Sólstafir ci consegnano un disco magnifico, pieno di passione e di intensità emotiva, difficile da catalogare per via della sua multiforme complessità: Sigur Ros, Pink Floyd, Radiohead amalgamati in una visione islandese della musica.
Una visione particolarissima che non ha paura di osare e di mettersi in gioco.
I Sólstafir sono i cantori della loro terra e ad essa appartengono. La loro musica è qui, pronta ad essere amata.
Disco imperdibile.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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