Copertina 5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2011
Durata:29 min.
Etichetta:Ibex Moon

Tracklist

  1. CORRUPTED FLESH
  2. STUCK PIG/BLEEDING OUT
  3. AFTER PARTY MASSACRE
  4. FLESH COFFIN
  5. A FIEND WITHOUT A FACE
  6. HORROR HOLOCAUST
  7. DUNSMOOR
  8. HELL ASYLUM

Line up

  • Terry Butler: bass
  • Sam Williams: guitars
  • Rob Rampy: drums
  • Blaine "Fart" Cook: vocals

Voto medio utenti

I floridiani Denial Fiend di Terry Butler (Death, Six Feet Under) tornano oggi con questo nuovo "Horror Holocaust" e con una formazione rimaneggiata a metà, orfana del cantante Kam Lee (Massacre, ex Mantas, Bone Gnawer) e del batterista Curtis Beeson, qui rimpiazzati da Blaine Cook dei The Accused e Rob Rampy. Se il debutto "They Rise" potrebbe essere tranquillamente essere descritto come imbarazzante, la curiosità di vedere se i Denial Fiend avessero fatto qualche passo in avanti con il loro secondo capitolo discografico c'era ma purtroppo pare che il gruppo non riesca ad uscire dalla mediocrità più assoluta, nonostante alcuni dei suoi membri abbiano scritto pagine importanti in ambito death metal: "Horror Holocaust" è sostanzialmente un disco inutile che cerca di riproporre del death metal floridiano dei bei tempi che furono, ma il risultato è assai scadente in virtù soprattutto di un songwriting di bassa lega, incapace di proporre dei riff di qualità e brani in grado di comunicare qualcosa in chi ascolta. Al posto del growl possente di Kam Lee inoltre l'ugola al vetriolo di Cook, sicuramente adattissima alla musica dei The Accused, non riesce a convincere e suona a più riprese fuori contesto, decisamente non adatta a un gruppo death metal. I brani come detto cercano di recuperare il groove e la botta tipiche del death made in Florida ma il risultato è talmente spompato e di bassa qualità che risulta veramente difficile capire che cosa abbia spinto Butler e soci a incidere un disco di questo livello. Se non altro la bassa durata di "Horror Holocaust" fa sì che la noia duri poco tempo, perchè difficilmente le nostre orecchie avrebbero retto più a lungo a un tale dissesto sonoro.
Difficile trovare un qualche spunto o motivo di interesse nei Denial Fiend anche da parte dei deathster più incalliti, i quali possono tranquillamente passare oltre non solo a questo disco ma alla band.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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