Nel lontano 1995 un gruppo svedese aveva scosso la scena Progressive Rock con un disco eccezionale, “Ritual”, un concentrato di genio e talento musicale, un album tanto eclettico e vario da sfuggire a qualsiasi etichetta. Negli anni successivi i cinque ragazzi scandinavi hanno inciso altri due dischi, ma è sul loro debut album che dobbiamo focalizzare la nostra attenzione: la label tedesca Tempus Fugit ci propone nei primi mesi del 2004 una nuova versione di “Ritual”, rimasterizzata dal produttore Hans Fredriksson, arricchita da un nuovo artwork e finalmente disponibile in tutto il mondo. La base su cui si muovono i Ritual è un Prog Rock settantiano (fortissima l'influenza degli Yes), impreziosito da sonorità folkeggianti e melodie ricercate, in cui le sonorità acustiche sono spesso preferite all'uso di chitarre elettriche. L'uso di numerosi strumenti inconsueti contribuisce a creare un sound originale ed estroso, con atmosfere ammalianti, e colpisce la sbalorditiva tecnica del gruppo, talmente padrone dei propri mezzi da far passare quasi inosservati passaggi strumentali di una notevole difficoltà. La splendida voce di Patrick Lundström è perfetta sia nei passaggi più rilassati, con linee vocali dolci e delicate, sia nei momenti più dinamici, rivelandosi incisiva e tagliente. Ogni canzone di “Ritual” è una piccola gemma, dalla deliziosa “The Way of Things” alla radiosa “Typhoons Decide”, passando per l'ipnotica “A Little More Like Me” (splendido il lavoro del tastierista Jon Gamble in questa track) e la rockeggiante “Solitary Man”, che ci regala uno dei momenti strumentali più intensi dell'album. Con “Life Has Just Begun” si torna su atmosfere più acustiche ed etniche, mentre la successiva “Dependence Day” è tanto melodica e orecchiabile da colpire sin dal primo ascolto. “Ritual” è un disco veramente incredibile, e a distanza di otto anni dalla sua prima uscita si conferma ancora fresco ed originale. Se vi siete stancati delle classiche sonorità metalliche e siete pronti ad esplorare un nuovo, irresistibile universo, questo album è il punto di partenza ideale.
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