Zitti zitti i brasiliani
Krisun hanno tagliato il traguardo dell’ottavo album in studio in quella che è una carriera non certo da Death Metal Gods ma nemmeno da meteore alla X Factor, durante la quale si sono tolti diverse soddisfazioni.
Partiti come una band ferale, capace di falciare gli ascoltatori come grano maturo con assalti sonori al fulmicotone, negli ultimi lavori a cominciato a notarsi un diverso approccio alla materia prendendo in considerazione il concetto di “parti rallentate”.
Spazio quindi ad un sound più vario – senza per questo esser moscio – con aperture più ragionate e studiate e con l’imbastardimento mediante schemi più congeniali al metal classico ed al thrash che al death più spigoloso.
Un sound sì pesante ma che allo stesso tempo strizza l’occhio verso chi non ascolta death metal giorno e notte.
Tramite questa premessa avrete senza dubbio inteso che “The great execution” rappresenta il classico punto di svolta all’interno della carriera musicale del terzetto brasiliano, e che, durante l’ora e passa di musica contenuta nel dischetto di plastica, non tutto fila alla perfezione.
Il minutaggio esteso rappresenta il tallone di Achille di “The great execution”, con brani della durata media di sei minuti l’uno (con un picco di oltre otto nella conclusiva “Shadows of betrayal”) il livello di attenzione dell’ascoltatore è messo a dura prova.
Inoltre alla band sudamericana è da rimproverarsi un eccessivo ripetersi delle stesse strutture che, alla lunga, non aiutano nella distinzione e nella memorizzazione di ciò che si è ascoltato.
Ciononostante è innegabile che in diversi punti “The great execution” svolga egregiamente la sua funzione come, ad esempio, nella seconda traccia “Blood of lions” in cui la band raggiunge il delicato equilibrio fra groove e ferocia.
Alla luce degli importanti cambiamenti apportati al proprio sound, appare dunque evidente che sarà il prossimo lavoro e non questo, a costituire la vera prova del nove per i Krisiun.
Se riuscirà a trovare la quadratura del cerchio, la band guidata dai fratelli Kolesne avrà trovato la strada giusta per andare avanti negli anni a venire.
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