Non conosce pace l'instancabile genio creativo di
Steven Wilson, l'elenco di band e progetti (noti e meno noti al grande pubblico) è sotto gli occhi di tutti, ma non si può fare a meno di rimanere sbalorditi davanti alla sterminata produzione discografica di quest'uomo.
Così dopo la prima prova come solista intitolata "
Insurgentes", uscita nel 2008, rieccoci alle prese con una nuova opera a nome Steven Wilson: "
Grace For Drowning". Un progetto enorme e ambizioso, che ha richiesto due CD (usciti in varie edizioni limitate e remix 5.1, come da consolidata abitudine) per esprimersi al meglio.
Ma non lasciatevi impressionare o scoraggiare, lo stesso Wilson non si aspetta che metabolizziate il suo lavoro in un'unica sessione di ascolto, anzi, vi invita espressamente a familiarizzare prima con un CD e poi con l'altro, contraddistinti da due diversi "sottotitoli".
Il primo viaggio, "
Deform to Form a Star", inizia con qualche sommesso vocalizzo accompagnato dal pianoforte, e sfocia in un brano strumentale che lascia intuire l'approccio stilistico di "
Grace for Drowning". Più orientato alla forma canzone, "Deform..." offre una serie di brani dalle atmosfere soffuse e intimiste, a tratti squarciate da tagli jazz/prog, tra cui spicca la struggente "
Postcard", pervasa da una melodia semplice ma molto efficace che esplode in un crescendo orchestrale da pelle d'oca.
"
Like Dust I Have Cleared from my Eye" è probabilmente il disco più impegnativo e ambizioso, dove il retaggio musicale di Wilson fa bella mostra di sé. Gli arpeggi di "
Belle de Jour" e la chirurgica "
Index" sono solo un preludio all'imponente pezzo forte, ovvero "
Raider II". Mettetevi comodi, il viaggio dura 23 minuti buoni e non darà pace ai vostri sensi! Per tutti gli amanti dei generi già citati - Jazz e Progressive - questo tripudio di note, fraseggi, improvvisazioni, cambi di atmosfera, sarà un'autentica gioia per le orecchie. Wilson ha sempre detto di prediligere l'aspetto cinematografico della musica e con quest'unico brano è riuscito a cogliere tutti i vari mood che possono pervadere un'opera visiva concettuale.
La "titletrack" del secondo disco chiude in maniera blanda e quasi onirica questo affascinante tour de force sonoro.
Indubbiamente siamo davanti a un lavoro che richiede svariati ascolti prima di essere assimilato nella sua interezza, ma i fan di Steven wilson e dei Porcupine Tree non rimarranno certo delusi. Tutti gli elementi a loro famliari sono presenti e sono stati portati ai limiti della sperimentazione.
"
Grace for Drowning" è una release commercialmente coraggiosa, che si rifà alle opere del prog rock anni Settanta, quando il mercato era meno saturo e c'era tutto il tempo per immergersi in ripetuti ascolti di un album, fino a carprirne ogni sfumatura.
Prendetevi una pausa, anzi due, e annegate in questo oceano di suoni!