Matrice Pink Floyd fin troppo chiara fin dalla prima nota. Pezzi lenti e cadenzati che crescono col passare dei secondi ma rimangono sempre imbrigliati nel limbo della mediocrità. Tutto un disco così è davvero straziante: non è possibile avere una totale mancanza di cambiamenti sostanziali tra una canzone e l’altra. Poi, per carità, se siete inclini alla depressione passare un’ora così vi farà piacere. A me, pure in compagnia di una band che sa suonare, un’ora così strazia animo e ammennicoli.
Se i Pink Floyd avessero fatto album così oggi non sarebbero quello che sono. Quindi forza e coraggio che la vita è bella: è necessario riempire di colori una proposta coraggiosa ma ancora troppo acerba. Mezzo punto in più solo per le notevolissime parti di chitarra solista: se non ci credete, ascoltatevi l’opener e vedrete!
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