Doppio titolo per questa duplice uscita degli After Forever. Il mini "Exordium" è per l'appunto accompagnato da un secondo dischetto, "Insights" che si rivela un DVD non particolarmente ricco ma che comunque propone diverse cose interessanti, sopratutto per i fans del gruppo. Già che ci siamo entriamo subito nei dettagli. Il video di "Beneath" è carino ma nulla di trascendentale, meglio la parte relativa alla sua realizzazione dove gli After Forever, abbandonati i panni dei cupi darkettoni, mostrano di saper essere divertenti. Stesso discorso per la parte in cui ci propongono delle riprese in studio di registrazione, peccato che non essendo disponibili i sottotitoli i dialoghi risultino alla fine incomprensibili. Spunta a sorpresa, non essendo citata nella tracklist, una live version di "The Evil That Men Do", a cui seguono una sezione fotografiche e quelle dedicate al booklet ed alle liriche. Sono sei invece le canzoni presenti su "Exordium" e tra loro ben due cover. Dai brani originali si direbbe che il gruppo olandese abbia sì iniziato ad assorbire la fuoriuscita del chitarrista Mark Jensen, ora impegnato con gli Epica, ma non sia riuscito ancora ad esprimersi completamente. L'iniziale "Line Of Thoughts" è un breve strumentale che funge da apertura, le successive "Beneath" e "My Choice" sono invece le prime vere canzoni del CD, pezzi che però non lasciano il segno. Talvolta più che ai passati lavori degli After Forever ricordano i Nightwish, con i quali hanno peraltro condiviso il loro ultimo tour europeo, dando quindi maggior spazio a sonorità power/progressive che a quelle di stampo gothic. Per ritrovare i vecchi After Forever dobbiamo aspettare "Glorifying Means", dove il chitarrista Sander Gommans duetta (in growl) con la brava Floor Jansen, artista messasi in mostra anche collaborando con Arjen Lucassen su "Universal Migrator Part 1" e "Star One". Ho già accennato alla presenze di due cover, una è sicuramente più nota al pubblico metal, si tratta, infatti, della studio version della già citata "The Evil That Men Do" degli Iron Maiden, l'altra è invece "One Day I'll Fly Away" cantata originariamente da Randy Crawford. Non conosco quest'ultima, ma per quanto riguarda il pezzo dei Maiden trovo fallimentare la fiacca versione che ne hanno fatto gli After Forever: passi per gli arrangiamenti sinfonici che ne annullano praticamente il guitarwork ma l'interpretazione di Floor è quantomeno inadatta. In definitiva un lavoro interlocutorio e direi ben poco significativo. Se ne riparlerà con l'uscita dell'imminente terzo album "Invisible Circles".
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