E al terzo tentativo i
Threat Signal hanno decisamente fatto centro. Dopo due album transitori e fin troppo derivativi quali l'esordio
"Under Reprisal" e il successivo "
Vigilance" datato 2009, ecco che con questo disco omonimo i canadesi riescono la dove avevano in precedenza non dico fallito, ma non convinto appieno.
"
Threat Signal" infatti è un disco roccioso e potente dall'inizio alla fine, decisamente più personale e originale dei precedenti, avendo abbandonato quasi del tutto quell'ingombrante paragone coi
Fear Factory che a livello compositivo li caratterizzava eccessivamente.
Ora i paragoni sono più difficili da fare, personalmente mi hanno ricordato parecchio i rimpianti
Damageplan e i
Passenger di
Anders Friden, soprattutto per "colpa" del cantato di
Jon Howard, qui migliorato rispetto al passato e veramente simile sia al già citato Friden sia a
Lachmann, oltre a ricordarmi a volte anche
Wayne Static, soprattutto nelle parti più pulite, che poi veramente pulite non sono mai.
Tecnicamente poi non c'è proprio niente da dire, sezione ritmica martellante in ogni pezzo, strofe pestatissime e ritornelli dove la melodia la fa da padrona, pur senza esagerare, mantenendo un clima oscuro e incattivito anche quando i toni si smorzano un po'.
Ma la vera perla dei
Threat Signal è il chitarrista
Travis Montgomery il quale, dopo l'esordio in sordina su "Vigilance", prende letteralmente in mano le redini dei canadesi, fornendo una prestazione STRABILIANTE alla chitarra, fatta di riffoni granitici, spiccato senso della melodia e assoli tecnicamente ineccepibili, oltre che originali. Anche qui torniamo al paragone coi Damageplan, dato che azzardare un confronto tra Montgomery e Darrell non è davvero blasfemia.
Canzoni tutte di ottimo livello, escludendo la banalotta "
Comatose", partendo con la mazzata in piena fronte che è l'opener "
Uncensored" fino ad arrivare alla conclusiva "
Buried Alive", anche se il vero gioiello del disco è la centrale "
Fallen Disciples", dove la tecnica mista a cattiveria mostrata dai canadesi raggiunge davvero livelli di eccellenza, risultando il manifesto dell'evoluzione stilistica da loro compiuta.
Insomma, un disco da avere ad ogni costo da parte di tutti, perchè quando si giunge al compimento di un percorso musicale come quello dei
Threat Signal è giusto che tale realizzazione venga adeguatamente riconosciuta.
Quoth the Raven, Nevermore..