Se a prima vista poteva passare per una formazione
agguerrita, - Agincourt è il luogo di una famosa battaglia avvenuta in Francia nel corso del 1415, mentre gli Angels of Mons sono il frutto di una leggenda nata su un campo di combattimento della Grande Guerra - questo quartetto proveniente da Birmingham sa invece proporsi in un convincente Heavy Metal, dai tratti demodé ed oltremodo melodici, ereditando tanto dai primi Def Leppard quanto dai Saxon.
Sopratutto lo fanno con classe.
Anche a livello di liriche non siamo di fronte ad una versione britannica dei Sabaton, certo nelle loro canzoni gli
Agincourt non parlano di
api e fiori, ma l'unica che narra di combattimenti
et affini è proprio la conclusiva "Agincourt", che prende spunto dalla schiacciante vittoria degli Inglesi sulle truppe, di gran lunga più numerose, Francesi, qui affrontata comunque con toni malinconici e certo non di esaltazione.
Gli Agincourt non sono proprio gli ultimi arrivati, infatti, hanno mosso i primi passi agli inzi degli anni '90, per fermarsi tra il 1997 ed il 2008, quando hanno poi deciso di ritornare in azione, riprendendo quel percorso musicale all'interno della N.W.O.B.H.M. che era stato bruscamente interrotto.
Dopo essere stato pubblicato qualche mese fa come autoproduzione, ora "Agincourt" viene ristampato anche in vinile dalla
solita High Roller Records, un'uscita che ci permette di immergersi nuovamente delle atmosfere di gruppi come Holocaust, Elixir, Clooven Hoof, Blitzkrieg. La voce di Richard E. Toy non prende mai toni aggressivi, e talvolta ("Going Insane" o "Come With Me") ricorda più Ozzy Osbourne che un Bruce Dickinson, Biff Byford o Steve Grimmett, donando ai pezzi un tocco di personalità, che trova la sua massima espressione su "Queen of the Night" e sulla già citata "Agincourt". Era stato invece il galoppare di "Edge of Paradise" a rompere gli indugi, con le chitarre, suonate dallo stesso Toy e da Paul Anderson, che lasciano subito il segno, come poi avviene, giusto per citarne un paio, anche sulla rockeggiante "Breakdown" e sulla melodica "This Life".
Da non sottovalutare.
Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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