La musica è una questione di stati d'animo: di chi la crea e di chi ne fruisce. Quando questi due stati si fondono in una comune visione, si può cogliere l'intima essenza di un lavoro. Si entra in sintonia.
"Livsgnist", barlume di vita in italiano, è stato così per me. L'ho ascoltato e ri-ascoltato nel momento e nello stato giusto. Ne ho colto gli intimi segreti.
Un depressive black metal declinato secondo gli insegnamenti del dark rock e della new wave al fine di creare un suono melanconico, triste, affascinante, deviato.
So Much For Nothing è il progetto di
Erik Unsgaard, un musicista eclettito e raffinato, che ci regala brani semplicemente meravigliosi nella loro assoluta negatività.
Dentro le note di "Livsgnist" non troverete nessuno spiraglio di luce, nessuna strada che possa condurvi verso la speranza. Qui dentro è tutto dolore.
Tristezza.
Non aspettatevi però qualcosa di paragonabile alle miriadi di band dedite al suicide-black metal: i brani di questo musicista norvegese sono accessibili, sono "semplici", ti rapiscono l'animo anche grazie a ritornelli che ti si stampano in mente immediatamente.
Eppure la musica è lontanissima dall'essere facile.
Suoni dissonanti di chitarra, tempi di batteria debitori agli insegnamenti di
Katatonia o
Paradise Lost, uso della voce semplicemente meraviglioso, sia in scream che in un profondissimo e caldo tono pulito, note di pianoforte o di strumenti da conservatorio, sassofono e violino: tutto concorre a creare un disco semplicemente irreale nella sua freddezza e nel suo distacco disperato dal mondo circostante.
Ascoltate la lunghissima
"Suffer in Silence" con le sue armonie malate tra riff gelidi ed arpeggi delicati o la strepitosa
"Perfect" e gioite della disperazione qui sublimata ai massimi vertici.
Disco straordinario.
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