Diciamolo onestamente: la corrente del post-black metal si è talmente ingrossata da raggiungere lo status di moda. Negli ultimi anni decine di band hanno dato alle stampe dischi senza arte e né parte pensando che bastasse solo suonare delle lunghissime suite in cui confluivano alla rinfusa elementi black metal, post rock ed ambient solo perché questa poteva portare ad un minimo di visibiltà.
Come sempre accade in questi casi, la crisi da rigetto è dietro l’angolo e già si cominciano ad intravedere i primi malumori in chi segue abitualmente la scena black metal.
Nonostante la cernita sia ormai necessaria, band come i tedeschi
Lantlos si distinguono elegantemente da quanto sopra detto, essendo diventati fra gli esponenti di punta del genere (“.neon” ha ottenuto ottime valutazioni e riconoscimenti da parte di critica e pubblico) forti di una spiccata sensibilità compositiva che altri non possiedono
“Agape” si apre con la crepuscolare “Intrauterin”, in cui l’unione fra sonorità doom e parti oniriche costituiscono un invito alla riflessione cui è difficile sottrarsi. Probabilmente il brano migliore dell’album.
“Bliss” ha un inizio decisamente più ritmato, più tradizionalmente black metal per intenderci, per poi decrescere fino a sfociare in sonorità cerebrali appartenenti più al mondo jazz che a quello metal propriamente detto per poi tornare “elettrica” nei movimenti finali.
Seguono poi i due brani più brevi di “Agape”, “Bloody lips and paper skin” e “You feel like memories”. Il primo si apre sull’ennesimo riff sognante per poi “nascondersi” e lasciare il compito di sostenere la canzone a delle intense linee di basso, il secondo invece riprende gli inserti avantgarde-jazzistici di “Bliss” portandoli ad un livello ancora più intenso.
Il cd si chiude con la suite “Eribo – I collect the stars”, pezzo molto creativo e ricco di intensità emotiva, che riporta alla mente immagini di paesaggi desolati lontani anni luce dalla meccanica società moderna, in cui è la solitudine l’unico elemento che accompagna l’ascoltatore.
“Agape” non possiede la maledetta genialità del predecessore, ma beneficia di uno spessore e di arrangiamenti tali che lo pongono una spanna sopra a tante uscite coeve. Chi già ama i Lantlos non dovrebbe rimanere deluso.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?